mercoledì 2 marzo 2016

Suffragette, il film che insegna alle donne a combattere di Federica Ginesu


Suffragette, il film che insegna alle donne a combattere



In una Londra dei primi del '900 le donne scendono in piazza e si ribellano. Lottano con eroismo per tracciare quella strada di consapevolezza e splendente autodeterminazione che portò alla conquista del diritto di voto. Sono le protagoniste di Suffragette, film evento diretto da Sarah Gravon, che arriva nelle sale italiane il 3 Marzo.
Sul grande schermo la storia di Maud Watts, impersonata da Carey Mulligan, impiegata da quando ha sette anni nella lavanderia di Mr Taylor. Solo il nome della protagonista è fittizio, mentre è reale quello che accadde a lei e ad altre che non si piegarono allo sfruttamento e alle molestie dei loro datori di lavoro e si batterono per tutte le donne.
Guidate dalla leggendaria Emmeline Pankhrust - interpretata da Meryl Streep - una delle leader del movimento femminile suffragista britannico, le inglesi misero in atto la loro protesta con forme incisive che obbligarono il governo ad ascoltare quelle istanze di libertà ed equità.
Realizzato consultando i diari delle proletarie dell'epoca, Suffragette diviene una storia universale che va al di là della Manica, perché è storia delle donne di tutto il mondo.
Abbiamo incontrato l'attivista femminista Lorella Zanardo che porterà il film nelle scuole - in contemporanea con l'uscita nelle sale - per seminare non solo orgoglio, ma la profonda convinzione che avevano quelle donne agli albori del secolo scorso: essere artefici del proprio destino unendosi per cambiare il mondo.
Perché è importante per le donne andare a vedere Suffragette?
È un film che dovrebbero guardare anche gli uomini. È però indispensabile una visione fra donne, perché potrebbe essere l'occasione perfetta per far scaturire la nostra forza e far emergere quel bisogno che c'è di riprendere ad occuparci dei nostri diritti. Quindi condividerlo è importantissimo, perché il momento della proiezione insegna che le lotte si possono fare e portare avanti solo insieme.
Qual è la lezione che quelle donne possono insegnarci oggi?
Emmeline Pankhrust diceva "mai arrendersi, mai smettere di lottare". Il messaggio è questo e proviene da ragazze che cento anni fa erano povere, analfabete e lavoravano in fabbrica 14 ore al giorno. Pur con mille difficoltà ed essendo molto diverse per età e ceto sociale, riuscirono a unirsi e a ribellarsi, a tracciare per noi strade nuove grazie al loro coraggio. Cosa ci impedisce di fare qualcosa di più se non uguale? Questa è la domanda che mi attanaglia da ottobre.
Vorrei lanciare un appello alle donne italiane particolarmente litigiose. Bisogna, a volte, soprassedere ai diverbi perché la nostra lotta non si può fermare per piccoli contrasti, bisogna essere in grado di accettare quelle che ci possono sembrare le mancanze delle altre in nome di obiettivi che è indispensabile raggiungere.

Come nasce l'idea di portare in tour il film nelle scuole?
L'idea è nata subito dopo aver assistito alla prima a Londra, nell'ottobre scorso. È un film importante perché avvicina a un tema fondamentale invitando a fare un nuovo storytelling del femminismo, rendendolo interessante anche agli occhi di chi solitamente lo guarda con pregiudizio o diffidenza.
Ha il potere di divulgare il racconto dei primi passi del cammino dei diritti femminili alla vigilia di una ricorrenza speciale: i 70 anni in Italia del voto alle donne, anniversario che, a volte, anche le laureate ignorano. Non è una colpa individuale, perché la storia delle donne è stata rimossa, cancellata.
Per questo ho organizzato "Suffragette 2.0" che unirà il Sud al Nord, da Catanzaro a Trento. Vorrei fare tappa anche a Cagliari, ma ho pochissimi finanziamenti. Spero ancora che qualche amministrazione, prima dell'8 marzo, si renda disponibile. Proietteremo il film nelle aule e storicizzeremo le conquiste fatte finora, perchè non c'è futuro senza consapevolezza. In conclusione lancerò un messaggio di riflessione: per quali diritti vi coinvolgereste oggi? Quali sono le vostre battaglie?

Il grande potere del cinema sta anche nella capacità di scuotere e riflettere. Guardando le operaie inglesi del 1912 e la loro forza indomita non si può non pensare alle donne sarde, alle operaie della manifattura tabacchi che nel 1906 guidarono il primo grande sciopero generale.

"Anima e corpo della rivolta. Donne di una pasta robusta: lavoratrici di fabbrica, «femminas e non femminedas», emblema delle classi umili di una città che nelle donne dei quartieri popolari del centro storico ha trovato le sue forze migliori. Non sono mai state chiamate per nome e cognome a far parte dei libri di storia. Le donne sono sparite, forse perché la presenza femminile, a volte, disturba".
Le parole di Sergio Atzeni rendono loro omaggio perché nessuno possa più dimenticarle.

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