lunedì 14 novembre 2016

DACIA MARAINI: ha vinto il patriarcato ma non finirà così di Cecilia Sabelli

Elezioni USA • Interviste
Per Dacia Maraini, scrittrice, drammaturga, saggista, popolarissima icona del femminismo italiano, che oggi compie 80 anni e li festeggia con una mostra dedicata alla madre gallerista e pittrice, non ci sono dubbi: l’elezione di Trump rappresenta un ritorno a una forma di arcaismo e per le donne il segno di un’altra vittoria del patriarcato. Le abbiamo chiesto perchè di questo metà America non ne ha tenuto conto e se i tempi sono comunque maturi per dare un’altra occasione all’America di avere come futuro leader una donna.

A l’Unità ha detto che Hillary si è scontrata con un’America in cui pesa ancora e tanto la misoginia. Ebbene, non ce l’ha fatta. Che segno è questo per le donne americane e di tutto il mondo?
Sul piano simbolico è di nuovo una vittoria del patriarcato, non c’è dubbio. Perché rispetto a quello che si dice, io non vedo questa differenza tra i due. Io capirei se si fosse trattato di un rivoluzionario di destra. Accusano Hillary di essere una donna legata al potere economico, ma perché lui non lo è? Dietro di lei ci sono i mondi della finanza dei grandi affari. Ma lui è ancora peggio.

Già, che effetto le ha fatto la sua vittoria?
Mi ha fatto un effetto di sorpresa e anche di preoccupazione, d’inquietudine. Non per il fatto che si tratti di un presidente repubblicano, ne abbiamo avuti tanti, ma per quanto ha sempre dichiarato.

A cosa si riferisce in particolare?
Prima di tutto mi inquieta che ritenga i problemi legati al cambiamento climatico delle sciocchezze. Stavamo prendendo la direzione giusta, congiuntamente con altri paesi, per affrontare questo problema da cui derivano pericoli per il mondo intero, come lo scioglimento dei ghiacci, le alluvioni, i tornado che portano a grandi disastri. Poi, che voglia cancellare quel poco che Obama è riuscito a fare per la salute pubblica: la possibilità concessa con l’Obama Care agli americani più poveri di curarsi attraverso un’assistenza dal quale prima erano esclusi. È un fatto gravissimo, è antisociale. Penso infine al suo atteggiamento verso le donne, molto sprezzante, addirittura direi razzista. E poi a tanti altri aspetti, ma questi per primi.

Come si spiega il fenomeno Trump?
Per me sono valide le parole di Wilhelm Reich, grande studioso psicanalista allievo di Freud, che ha scritto un libro sulla psicologia delle masse. Secondo Reich, quando si affronta una crisi, economica soprattutto, ma anche etica, ideologica, i popoli esprimono un bisogno arcaico, lo stesso che legava il branco animalesco originario: ricercano un capo, un padre del branco. Il prescelto può essere cattivo, violento, criminale, brutale, non ha importanza: conta che sia un capo e per esserlo deve avere un certo carisma.

È il caso di Trump?
Lui ce l’ha. Il carisma non è qualcosa che ha a che vedere né con il programma politico e neanche con l’onestà di una persona. Il carisma è il carisma: ce lo aveva anche Hitler, quindi si capisce che è relativo alla capacità di coinvolgere emotivamente le folle, però come un capo, come un padrone, come un padre. Reich sostiene si tratti di una forma di arcaismo. Credo che questo ragionamento sia condivisibile. Altrimenti, come spiegarsi quanto accaduto: gli americani, che erano nel loro momento migliore, avevano votato Obama che rappresenta esattamente il contrario di Trump, (si preoccupa del clima, degli emarginati, delle minoranza etniche, che ha molto rispetto per le donne), come hanno potuto a un certo punto votare in maggioranza il suo opposto? A me risulta molto strano. Il ragionamento di Reich mi convince perché effettivamente ora la crisi sta impoverendo il paese, le differenze tra ricchi e poveri si stanno allargando. Questo è un segnale di mancanza di democrazia. Probabilmente, il Paese sentendosi in pericolo si rivolge, però, alla persona sbagliata secondo me. Dovrebbe, invece, chiedere più democrazia non meno democrazia.

Soprattutto se si tratta di donne, allora ci si domanda come è possibile, nonostante le ragioni socio-economiche che anche lei ha citato, non abbia contato l’appartenenza di genere?
Le donne sono dentro una cultura. Non tutte sono consapevoli che questa è una cultura che le punisce e le emargina. Ci sono dentro fino al collo senza rendersene conto, soprattutto le donne più ignoranti, infatti, le proteste vengono dalle università, dalle professioniste. Le donne consapevoli non hanno certamente votato per Trump. Hanno votato le donne più semplici che non hanno avuto la possibilità di sviluppare un pensiero proprio e quindi si sono adeguate al pensiero comune in quel momento.

Possiamo dire che non si è riusciti a far capire fino in fondo l’enorme peso simbolico di investire una donna di un ruolo tanto importante…
Certo. Però pensiamo adesso anche che metà America non la pensa come Trump. Anche analizzando i voti, lui ha vinto perché ha avuto una maggioranza, però c’è comunque una metà dell’America che non lo vuole. Mi pare che lo slogan delle giovani donne, delle universitarie scese in strada, sia proprio “non mi rappresenta”, che non è un insulto ma è come dire che non ci si riconosce nelle sue idee e nella sua politica.

Eppure c’è chi insiste che nel caso di Hillary non sia stata bocciata la donna ma la sua appartenenza all’establishment…
Ma quale establishment, questa cosa mi fa molto ridere. Trump lo è anche di più perché è di quell’establishment che vuole rimanere tale, e che non vuole fare nessuna concessione ai più poveri, agli emarginati. C’è forse la sirena di Trump che ha affermato di voler abbassare le tasse, di dare lavoro, c’è la paura dell’immigrazione: questo è ciò che senza riflettere molto ha convinto molti tra coloro impoveriti dalla crisi a votarlo.

I tempi sono comunque maturi per dare presto un’altra occasione all’America di avere come futuro leader una donna?
Si, penso di si, e credo che molti americani si pentiranno di questo voto.

Ci conforta, significa che siamo tornati indietro di molto ma non al punto di dover “ricominciare”?
No e poi io stimo molto il popolo americano, conosco le sue risorse straordinarie. Si è trattato di una mancanza di consapevolezza politica. Quando vedranno gli effetti di questa scelta probabilmente se ne renderanno conto.
http://www.cheliberta.it/2016/11/13/dacia-maraini-ha-vinto-il-patriarcato/







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