domenica 12 luglio 2015

BUONA INQUISIZIONE A TUTTI di Loredana Lipperini

Fra la Chiesa e i libri è sempre esistito qualche problema. Che si riteneva superato, evidentemente.
Anche se, secondo l’Odan (Opus Dei Awareness Network) i testi che la Chiesa metteva all’indice sino al 1948 sarebbero ancora proibiti dall’Opus Dei.
Qualche esempio: le opere di Zola e di Benedetto Croce, la gran parte di Gabriele D’Annunzio e di Ugo Foscolo, La critica della ragion pura di Kant, e poi testi di Spinoza, Voltaire, Rousseau, Hugo, Stendhal.
Qualche anno fa, mi è capitato di parlare con Giuseppe Corigliano, portavoce dell’Opus Dei, che ha smentito: “Avendo la Chiesa abolito l’indice, l’Opera non potrebbe mai riproporlo. Solo, negli anni Settanta, Escrivà mise in guardia dai libri di influsso marxista. Da qui a parlare di lavaggio del cervello ce ne corre”.
Da più parti si ritiene però che se l'indice dei libri proibiti non esiste ufficialmente più, ci siano stati e ci siano autori fortemente sconsigliati: una sorta di "bibliografia", insomma, a cura della stessa Opus Dei.
Tra le opere considerate da evitare, quelle di  Simone de Beauvoir, André Gide, Jean-Paul Sartre, Alberto Moravia, Aldo Capitini. Secondo altri nella guida bibliografica come opere inadatte ai figli ci sarebbero anche  Milan Kundera, Asimov, Stephen King, Jack Kerouac, Bukowski, Camus, Philip K. Dick.
Se qualcuno dell'Opus Dei è all'ascolto, dovrebbe aggiornare la lista con E con Tango siamo in tre (edizioni Junior) di Peter Parnell e Justin Richardson, e Piccolo Uovo con testo di Francesca Pardi e illustrazioni di Altan (pubblicato da Lo Stampatello). Sono stati definiti "libri gender" dal nuovo sindaco di Venezia e in quanto tali dovranno essere ritirati dalle scuole.
Benvenuti, care e cari, nella nuova Inquisizione. Ci sono giorni, e questo è uno di quelli, in cui essere nata e vivere in questo paese mi disgusta profondamente.

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