Halloween è una festa di origine celtico-anglosassone, da una decina di anni importata anche in Italia per la felicità dei gestori di pub e discoteche che ospitano tutti quelli che il 31 ottobre festeggiano non si sa bene cosa. Sorvolando sull’egemonia culturale statunitense dilagante e su come in Italia si viva ancora riflessi nello specchio di un grande sogno americano, anche grazie alla rappresentazione di film e tv statunitensi, Halloween è la festa più importata di Europa, fenomeno diventato massiccio nel giro di soli 4 o 5 anni. Così anche in Italia ecco apparire costumi dei più vari, tra i quali non può mancare una differenziazione di genere che ha molto in comune con quella dei giocattoli ( maschere “da femmina” e “da maschio” ) o delle rappresentazioni mediatiche in generale ( gli uomini mascherati da modelli maschili e le donne da quelli femminili ).Ci sono però alcune caratteristiche particolarmente rilevanti, che assumono aspetti grotteschi a tratti esilaranti.
Primo. Che voi stiate cercando un costume da pirata o da soldatino di piombo, non c’è modo di non trasformarsi in una “versione sexy” dello stesso. Calze a rete, bustier e culo di fuori sono d’obbligo per qualsiasi brava piratessa ,soldatessa , super eroina , suora e diavoletta.
Secondo. Le maschere da “oggetto buffo” o animale. Anche queste sono pensate come une versione assurda e sessuata di ogni cosa esista al mondo. Così ecco la maschera da sexy banana , sexy pennarello , sexy ape, sexy pappagallo , persino sexy anguria e sexy bacon. Bacon? Eh, bacon.
Terzo. Le prime due caratteristiche si spiegano con la terza considerazione. Ogni costume, ogni maschera, è considerata la “versione femminile” di un identità maschile. Questo vale sia per le professioni più disparate ( dalmedico al capotreno ) sia per i personaggi di fantasia ( cartoni animati, angeli e cappellai matti ), ma in generale quasi per qualsiasi maschera esistente.
Persino le banane, i pennarelli e il bacon sono maschili da convertire in una versione “da donna”, quindi scosciata, scollata, velata, strizzata.
Qui, un sito raccoglie una dettagliata collezione di foto, costumi di halloween versione uomo e donna, sottolineando come un vestito maschile spiritoso, ridicolo, divertente abbia solo una versione femminile sexy e svilente.
Persino le banane, i pennarelli e il bacon sono maschili da convertire in una versione “da donna”, quindi scosciata, scollata, velata, strizzata.
Qui, un sito raccoglie una dettagliata collezione di foto, costumi di halloween versione uomo e donna, sottolineando come un vestito maschile spiritoso, ridicolo, divertente abbia solo una versione femminile sexy e svilente.
I costumi di Halloween non sono che una delle infinite opportunità del mercato per fare differenze sessiste di genere.
Sono l’ennesimo riflesso di un binarismo imposto, di stereotipi incarnati in consumo, identità che ci vengono imposte fin da piccoli. Esattamente come la distinzione tra rosa e azzurro.
Nel caso dei costumi di Halloween si tratta di un fenomeno che capillarmente investe sia uomini e donne, ma di solito le donne se ne accorgono prima perché rimangono spesso col culo al freddo.
“You can’t be a princess” è il docu- candid della ABC proprio riguardo alle identità di genere imposte ai bambini. Un’attrice finge di non voler comprare a sua figlia il costume da Spider Man, preoccupata per la sua femminilità. La maggior parte delle clienti intorno la appoggia, si preoccupa per la bambina così poco “pretty”, una le consiglia un bel costumino da cubista. Stessa sorte per il bimbo che voleva vestirsi da principessa.
Le stesse bimbe vengono incoraggiate infatti fin da piccole a scegliere un’immagine a dir poco inappropriata all’età di una bambina, non di certo perchè non si possa giocare alle donne già da piccole, ma per il modello sessualizzato ed assolutamente adultizzante che le investe. Come nella pubblicità, come nella moda, come nella vita.
Le stesse bimbe vengono incoraggiate infatti fin da piccole a scegliere un’immagine a dir poco inappropriata all’età di una bambina, non di certo perchè non si possa giocare alle donne già da piccole, ma per il modello sessualizzato ed assolutamente adultizzante che le investe. Come nella pubblicità, come nella moda, come nella vita.
A proposito di infanzia, vale la pena rilevare un altro trend significativo: i costumi per donne vestite da bambine vestite da donne ( sexy ). Tra i sexy costumi di Halloween ci sono infatti versioni ipersessualizzate di personaggi che si presume rappresentino giovanissime donne, se non bambine. Si pensi ad Alice nel Paese delle Meraviglie,Cappuccetto Rosso, Dorothy del Mago di Oz. O, ancora più esplicitamente, collegiali, studentesse, scoutgirl.
Sembra una piccolezza, ma è rilevante notare la moda per le donne adulte di travestirsi da bambine super sexy. Emergono i due fenomeni più diffusi della percezione estetico-culturale della bellezza femminile: la sessualizzazione precoce delle bambine e l’infantilizzazione delle donne adulte. Per quel che riguarda l’infanzia sessualizzata, abbiamo spesso affrontato il tema in fatto di modelli estetici adulti riproposti a bambine. Si tratta di rappresentazioni imposte a piccolissime donne nella moda, in televisione, nei famigerati concorsi di bellezza per piccole, ma anche in spiaggia, al parco, in famiglia. Passano per i giochi sul make up per giovanissime, attraversano i modelli adolescenziali proposti già per bambine sotto i 10 anni, finiscono spesso nel fraintendimento del modello di successo femminile e quindi la perpetuazione del binomio sexy = vincente. Tutto il resto non conta. Le donne adulte, al contrario, sono infantilizzate. Private di peli, forme, dell’età adulta, le modelle che ci sorridono vendendoci anche l’anima sono glabre riproduzioni plastificate di corpi adolescenti, mai maturi, tanto meno anziani. Le donne adulte sono vendute come la versione legale della bambina sexy che non è lecito immaginare. Ma che contemporaneamente prepariamo al peggio.
Ognuna ha il diritto di piacersi e di sentirsi sensuale a modo suo, persino vestita da sexy banana. Come non si può negare che il sexy bacon abbia un fascino notevole. Antropologico almeno. Però sarebbe bello che allora tutte avessimo la libertà di camminare culo all’aria senza sentirci chiamare puttana e fischiare dietro, invece che fare le scimmie ammaestrate comprando un costume da idiota perchè da piccole non ci hanno fatto vestire da Spider Man.
Ridiamoci su con Jillian Tamaki che, dopo aver evidentemente notato anche lei la questione, suggerisce agli stilisti il vestito da “sexy calzino puzzolente” ed altri anche migliori. Chapeau.
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