11 ottobre 2016 – «Oggi nel mondo ci sono oltre 700 milioni di donne che si sono sposate in età minorile e che hanno dovuto rinunciare ad avere una crescita normale, fisica e mentale.
Ogni anno 15 milioni di matrimoni hanno per protagonista una minorenne; una volta su tre si tratta di una bambina con meno di 15 anni. Hanno dovuto spesso affrontare gravidanze precoci e violenze domestiche». A sottolinearlo è il Presidente dell’UNICEF Italia Giacomo Guerrera in occasione della Giornata mondiale delle bambine e delle ragazze (International Day of the Girl Child), che ricorre oggi.
«L’UNICEF da molti anni si batte per prevenire il fenomeno delle spose bambine e promuove l'istruzione delle bambine come l’investimento più potente che una nazione possa fare, perché accelera la lotta contro la povertà, le malattie, la disuguaglianza e la discriminazione di genere» ribadisce Guerrera, che introdurrà oggi a Roma (h.18, presso il Centro per l’arte contemporanea La Nuova Pesa) l’evento “Bambine, non spose. Ne parliamo con..."
Morire di matrimonio (precoce)
Almeno 70.000 ragazze tra i 15 e i 19 anni muoiono ogni anno a causa di complicazioni durante la gravidanza e il parto. Le bambine sotto i 15 anni hanno 5 volte più probabilità di morire durante la gravidanza e il parto rispetto alle donne tra i 20 e i 29 anni.
Un bambino che nasce da una madre minorenne ha il 60% delle probabilità in più di morire in età neonatale, rispetto a un bambino che nasce da una donna di età superiore a 19 anni. E anche quando sopravvive, sono molto più alte le possibilità che possa soffrire di denutrizione e di ritardi cognitivi o fisici.
Le bambine tra i 5 e i 14 anni dedicano il 40% in più di tempo (in totale, 160 milioni di ore al giorno) in lavori domestici non pagati e nella raccolta di acqua e legna, rispetto ai coetanei maschi.
Le donne rappresentano metà della popolazione mondiale, ma costituiscono il 70% dei poveri. Si stima che un aumento del 10% di ragazze che frequentano la scuola, farebbe aumentare il PIL del 3%.
Appena una ragazza ogni 3 maschi frequenta la scuola secondaria. Ogni anno aggiuntivo di scuola secondaria aumenta la retribuzione futura di una donna del 15-25%.
Un evento a Roma
In occasione della Giornata Mondiale delle Bambine e delle Ragazze (11 ottobre), l’UNICEF Italia organizza a Roma, presso “La Nuova Pesa – centro per l’arte contemporanea” l’incontro “Bambine, non spose. Ne parliamo con…”
Interverranno: Sen. Emma Bonino (già Ministro degli Esteri e Commissario Europeo), Paolo Crepet (psichiatra, scrittore e sociologo), Sen. Valeria Fedeli (Vice Presidente del Senato), Giacomo Guerrera (Presidente UNICEF), Simona Marchini (attrice e Ambasciatrice UNICEF), Susan Namondo Ngongi (Rappresentante UNICEF in Ghana). Modererà e interverrà Silvana Calaprice (Vice Presidente UNICEF, docente di Pedagogia Generale e Sociale all’Università di Bari).
In quest’occasione l’UNICEF presenterà il suo programma “Bambine non spose”, dedicato in particolare a proteggere, istruire e valorizzare le bambine e ragazze di Giordania, Eritrea, Niger, Ghana e Bangladesh.
Diritti delle bambine, 5 progetti in cerca di adozione
GIORDANIA – Progetto "Protezione delle bambine in emergenza".
Costo: 139.000 euro l’anno
Beneficiari: 550 bambine/ragazze all’anno.
Oggi la Giordania ospita oltre 600.000 rifugiati siriani. Sono in costante aumento anche i matrimoni precoci, il lavoro minorile e il reclutamento nei gruppi armati di bambini e giovani. Secondo un rapporto UNICEF del 2014, tra i profughi siriani i matrimoni precoci sono aumentati dal 13% nel 2011 al 25% nel 2013. In tutto il Paese, sia nei campi profughi sia nelle comunità di accoglienza, l’UNICEF allestisce centri multi-attività dove i bambini vulnerabili e le loro famiglie possono trovare accesso a servizi educativi, di assistenza psicosociale e di protezione.
ERITREA – Progetto "Stop alle mutilazioni genitali femminili"
Costo: 130.000 euro
Beneficiari: 22.500 persone in 30 villaggi.
L'Eritrea è uno dei paesi dell'Africa subsahariana dove le mutilazioni genitali femminili sono più ampiamente praticate. Per contribuire ad abbandonare questa ed altre pratiche nocive (tra le quali si annoverano anche i matrimoni precoci), l’UNICEF ha in programma di raggiungere 800 comunità. Le azioni previste includono: prese di posizione pubbliche, dichiarazioni e altre forme di pronunciamento pubblico. Campagne di sensibilizzazione e comunicazione nelle comunità. Rafforzamento delle competenze degli operatori incaricati di svelare e reprimere la pratica (forze di polizia, giudici).
NIGER – Progetto "Una scuola amica delle bambine"
Costo: 84.000 euro per ciascuna "scuola amica"
Beneficiari: 180 bambine all’anno.
Il Niger è attualmente considerato il Paese più povero al mondo. Tra le cause e gli effetti principali di questo primato negativo vi sono l’86% di analfabetismo diffuso tra le donne (rispetto al 58% tra gli uomini) e i matrimoni precoci cui seguono immediatamente gravidanze precoci. Circa un quarto delle ragazze tra i 15 e i 19 anni si è sposata prima di aver compiuto 15 anni. Per promuovere la parità di genere e ridurre il numero dei matrimoni infantili in Niger, l’UNICEF in collaborazione con le autorità competenti locali ha deciso di partire dall’istruzione, attraverso: la costruzione di “Scuole amiche delle bambine” che garantiscano standard minimi di qualità e parità tra maschi e femmine; la formazione degli insegnanti con enfasi sul miglioramento della qualità dell'insegnamento e la parità di merito; la fornitura di mobilie kit scolastici.
BANGLADESH – Progetto "Giovani imprenditrici"
Costo: 100.000 euro l’anno
Beneficiari: 500 ragazze all’anno.
Il 43% della popolazione bengalese sopravvive con meno di un dollaro al giorno. Dei suoi 160 milioni di abitanti, 56 milioni sono bambini e ragazzi. I matrimoni precoci sono un fenomeno molto comune: una bambina su tre si sposa prima dei 15 anni – di queste il 2% prima degli 11 anni – e il 60% diventa madre ancora minorenne. Da anni l’UNICEF promuove il programma conditional cash transfer erogando finanziamenti per le ragazze adolescenti tra i 15 e i 18 anni di 15.000 taka (circa 185 euro) per avviare o consolidare piccole attività imprenditoriali. Le ragazze, inoltre, entrano a far parte di club di adolescenti dove nel confronto con le loro pari si rendono protagoniste nelle decisioni che riguardano la loro vita, diventando altresì modelli per le loro comunità e per gli altri adolescenti.
GHANA – Progetto "Ridurre la mortalità materno-infantile"
Costo: 200.000 euro l’anno
Beneficiari: 58.364 donne e 7.295 bambini.
Nonostante alcuni progressi, il Paese non è stato in grado di ridurre significativamente la mortalità materna (380 su 100.000) e dei bambini sotto i 5 anni che rimane alta attestandosi a 60 su 1.000. Nel caso di partorienti in età al di sotto dei 18 anni, il tasso di mortalità materna è tre volte superiore rispetto alle gravidanze delle donne maggiorenni. Attualmente in Ghana il 27% delle donne si sono sposate prima del raggiungimento della maggiore età. L’UNICEF sta promuovendo una maggiore accessibilità e fruizione dei servizi materno infantili nelle quattro regioni più povere del Paese (Northern, Upper East, Upper West e Central Region). Si punta a rafforzare i servizi di cura e prevenzione pre e post natale a favore di 1,1 milioni di donne in età fertile e 1,8 milioni di bambini di età inferiore ai 5 anni.
http://www.unicef.it/doc/7065/bambine-non-spose-un-convegno-e-5-progetti.htm
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