lunedì 3 ottobre 2016

Le donne polacche scendono in piazza contro il divieto di abortire di Sara Iacomussi

Lunedì 3 ottobre è stato indetto lo sciopero generale
L’hanno chiamata «Protesta Nera», #CzarnyProtest: è la manifestazione delle donne polacche contro il possibile divieto di abortire che a breve potrebbe essere varato dal parlamento di Varsavia con la maggioranza assoluta del partito conservatore Diritto e giustizia (Pis) del leader Jaroslaw Kaczynski.
 Durante le proteste del 1° ottobre sono scese in piazza migliaia di persone vestite di nero. Sui cartelli gli slogan «Stop ai fanatici al potere», «Abbiamo bisogno di cure mediche, non di quelle del Vaticano». Non basta: per il 3 ottobre sono previsti lo sciopero generale in tutta la Polonia e molte manifestazioni di solidarietà in altre città europee. L’intenzione delle promotrici del «BlackMonday» è quella di uno sciopero totale, seguendo il modello delle donne islandesi, quando 41 anni fa, il 24 ottobre del 1975, determinarono la paralisi totale del Paese. Lunedì prossimo le donne polacche sono chiamate a lasciare il posto di lavoro o l’università, affideranno i bambini alla cura dei padri o dei nonni e abbandoneranno tutte le faccende domestiche, mentre, per manifestare anche nelle più piccole città del Paese, occuperanno gli spazi pubblici vestite di nero. Il tutto per dimostrare che le donne sono necessarie nella società e che si deve fare i conti con il loro parere.
La proposta di legge vuole equiparare l’embrione a una persona, criminalizzando la donna che abortisce fino all’accusa di omicidio: «Il Pis tiene poco conto delle opinioni dei cittadini. Questi fanatici devono essere fermati», ha detto Barbara Nowacka, tra gli organizzatori. La rabbia delle donne polacche è scattata alcuni giorni fa quando, nonostante le promesse del Pis di tener conto di ogni proposta popolare di legge, la maggioranza parlamentare ha respinto quella sottoposta dal gruppo di Nowacka sulla liberalizzazione dell’aborto - chiamata «Salva le donne - e nello stesso giorno ha deciso di continuare i lavori nelle commissioni parlamentari su un’altra proposta, del gruppo Ordo Iuris, che va verso il divieto pressoché totale dell’interruzione di gravidanza.
Attualmente la legge in vigore in Polonia, accolta nel 1993, permette l’aborto in caso di stupro (solo entro la 12/ma settimana), di malformazione del feto e quando la gravidanza mette in pericolo la vita della madre. Secondo i dati del sistema sanitario polacco, nel 2014 ci sono stati 1.812 aborti legali in Polonia, 500 in più circa dell’anno precedente. Secondo le organizzazioni femministe, però, sono tra le 100mila e le 200mila le donne polacche che ogni anno sono costrette a ricorrere all’aborto clandestino o ad andare all’estero. Se la nuova legge dovesse passare, la Polonia diventerebbe uno degli otto paesi al mondo in cui l’aborto è illegale, come El Salvador, Guatemala e il Vaticano.

Le proteste di solidarietà
Tra le dimostrazioni di solidarietà nei confronti delle donne polacche spicca quella dell’organizzazione olandese Women on Waves: «Se la legge passerà, siamo pronte a garantire la presenza continuativa di una nave- clinica per aborti davanti alla costa polacca» ha dichiarato la fondatrice Rebecca Gomperts.
 È possibile vedere sull’evento Facebook i luoghi in cui si terrà lo sciopero del 3 ottobre. Sono tanti i Paesi europei ad aver aderito alla causa delle donne polacche. La protesta è arrivata perfino oltreoceano e anche negli Stati Uniti si terranno degli eventi di solidarietà. In Italia l’appuntamento è a Bologna, dove ci sarà un flash mob: dress code obbligatorio, il nero.

Gli antiabortisti
Non manca chi, soprattutto sui social, si sta indignando per la manifestazione del 1° ottobre e per lo sciopero di lunedì. Su Twitter chi è contro l’aborto si sta lasciando andare con insulti verso le «lesbiche», le femministe, le donne che manifestano, descrivendole tutte come ubriacone e tossiche.
http://www.lastampa.it/2016/10/01/esteri/le-donne-polacche-scendono-in-piazza-contro-il-divieto-di-abortire-EIL2HLUkhWCkWOKc1QUGrM/pagina.html

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