martedì 13 novembre 2018

Se la vita si tutela con la contraccezione, perché i pro life la scoraggiano?Vogliono che le donne abbiano tutti gli strumenti per evitare di abortire. Ma il loro atteggiamento è ostile. E nelle città del no choice le donne vivono da ancelle. di Alessia Laudati

L'ambiguità delle città a favore della vita, Verona si è già proclamata tale mentre Roma e Milano sono le prossime candidate, è che tutti noi vorremmo vivere in città non mortifere ma nessuno di noi vorrebbe probabilmente vivere in città dove la scelta di portare avanti una gravidanza non è più un’opzione ma un obbligo. L’azione educativa, culturale e legislativa dei pro vita, i principali destinatari dei finanziamenti approvati nella mozione di Verona, si concentra da sempre nel voler assicurare che le donne abbiano tutti gli strumenti necessari, economici, sociali e culturali, per evitare di ricorrere all’aborto volontario. Il motivo? La protezione del diritto alla vita. Tuttavia la tutela della vita umana legata inevitabilmente anche all’interruzione di gravidanza, può compiersi anche attraverso quelle misure che la comunità scientifica e medica possiede per prevenire gravidanze non programmate. Una su tutte: la contraccezione. Prevenzione, contraccezione e anche aborto volontario mettono al centro la scelta personale della donna. Invece i pro vita, pur dichiarando appena possibile che l’aborto non può essere considerato uno strumento di controllo delle nascite, un pensiero condiviso anche dagli obiettivi della legge 194, hanno sempre avuto un atteggiamento ostile sia alla contraccezione, anche se ammettono quella naturale derivata dall’astinenza, sia alla prevenzione, sia al concetto di scelta personale riguardante la maternità e la procreazione. Perché c’è un abisso tra l’essere pro vita e l’essere no choice.

LA RIVOLUZIONE CONTRACCETTIVA CHE NON C’È
I problemi sulla contraccezione sono noti. Dei 208 milioni di gravidanze annue in tutto il mondo, secondo le stime dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) il 41% rappresenta gravidanze non programmate. La WHO afferma che, se tutte le donne utilizzassero contraccettivi affidabili, il numero di gravidanze inattese crollerebbe di ben il 70%. L’Istat nel 2015 segnalava come nella fascia di persone di 18-54 anni sessualmente attive nell’ultimo anno, (il 2013), per uso (proprio o del partner) di almeno un metodo contraccettivo e dei tre metodi maggiormente diffusi per contesto familiare e sesso, il preservativo è il metodo più usato, segue la pillola anticoncezionale ma al terzo posto troviamo un metodo inaffidabile come il coito interrotto. Avremmo quindi bisogno di aumentare e migliorare la copertura contraccettiva nel nostro Paese perché il basso utilizzo di metodi moderni, (preservativi, diaframma, pillola, spirale, anello vaginale, cerotto contraccettivo, contraccezione definitiva per mezzo della sterilizzazione) secondo l’Istat e il suo Rapporto La salute riproduttiva della donna, ci mettono in coda alle classifiche internazionali dietro al Marocco, all’Egitto e all’Algeria. «Il coito interrotto rientra in uno dei metodi più usati – ci racconta Marina Toschi medico e vicepresidente di Agite, l’associazione italiana dei ginecologi territoriali - ma pensiamo anche che si tratti di un metodo in mano agli uomini che può interrompere il piacere della donna. C’è molto maschilismo su questo; anche nella scelta di come proteggersi».

CONTRACCEZIONE GRATUITA NAZIONALE: LE DIFFERENZE REGIONALI
Eppure mentre sul fronte della copertura contraccettiva nazionale parti della comunità scientifica, della società civile e della politica cercano di risolvere alcune criticità relative all’accesso, al costo, all’efficacia, i pro vita si oppongono su più fronti. In Italia, come ci dicono i dati diffusi anche dal Comitato per la Contraccezione gratuita e Consapevole e provenienti dall'edizione del 2017 del Rapporto dell'Osservatorio sull'Impiego dei Medicinali (OSMED) dell'AIFA, tutti i contraccettivi ormonali orali sono farmaci di fascia C e per questo non sono rimborsati dal Servizio Sanitario Nazionale. Il loro costo è interamente a carico del cittadino. Con una spesa annuale di 250 milioni di euro (7,95 euro pro capite sulla popolazione femminile), i contraccettivi ormonali orali sono la terza categoria a maggiore acquisto tra i farmaci di classe C con un consumo stabile negli ultimi 4 anni. Ad oggi solo tre Regioni Italiane prevedono l'offerta gratuita dei mezzi contraccettivi per alcune fasce di popolazione attraverso i consultori. Sono Puglia, dal 2008, Emilia Romagna, dal 2017, e Piemonte, dal 2018. Così mentre la ministra della salute Giulia Grillo parla finalmente del tema della contraccezione gratuita e l’AIFA abolisce l’obbligo di prescrizione per la contraccezione di emergenza per le maggiorenni, le cosiddette pillole del giorno dopo, il movimento per la vita fa una battaglia per difendere l’obbligo della ricetta e per ammettere anche la figura dei farmacisti obiettori. Inoltre quando si dice che la rete di associazioni pro vita offre dei servizi in parte anche virtuosi nei confronti della donna, il dato è reale. Dal sostegno economico alle future madri in difficoltà, allo sviluppo del progetto Gemma che prevede un’adozione a distanza in cui le donne ricevono un sostegno mensile da parte del soggetto che decide di adottarle durante la gravidanza, al lavoro delle associazioni dei CAV, questi progetti si concentrano però solo su una parte della vita femminile, quella del concepimento, e solo nel momento in cui la donna si identifica totalmente con il suo essere e voler diventare madre. Supportare la donna solo quando e se decide di diventare madre e farlo solo in una direzione è un assolutismo travestito da solidarietà se non dialoga con tutto ciò che la donna vive e soprattutto può scegliere anche prima del concepimento. «Essere pro choice – ci dice sempre Marina Toschi, che attualmente si sta interessando di estendere a tutti gli ospedali dell’Umbria le pratiche più moderne e non chirurgiche dell’interruzione di gravidanza - significa essere pro vita, perché ci si occupa della vita della mamma e la vita comincia quando la madre accetta il bambino e comincia così una relazione con lui».

IL CONTROLLO COLLETTIVO DELLA MATERNITÀ
In realtà il controllo sociale e collettivo della donna e della maternità non ha mai funzionato nel tutelare la vita - né del bambino né della donna -. La legge 194 è nata proprio per limitare il danno sanitario e umano provocato dagli aborti clandestini. La logica di tutelare la vita impedendo alle donne di scegliere è davvero controversa; mentre dall’altro lato la concentrazione comune sulla prevenzione e sulla contraccezione può essere un modo per non radicalizzarci come società sul difficile tema bioetico dell’interruzione di gravidanza e di fronte all’insieme di significati morali e sociali che accompagna questo passaggio. Pur cercando in questo indirizzo di non stigmatizzare negativamente l’aborto e le donne che decidono di ricorrervi e soprattutto tentando di lasciare che siano loro a raccontare questa scelta in maniera personale ed eterogenea visto che sul tema si esprimono in tanti tranne le dirette interessate.

CONTRACCEZIONE GRATUITA E CITTÀ A FAVORE DELLA VITA: A CHE PUNTO SIAMO?
Proprio in questi giorni la ministra Grillo ha espresso un indirizzo più chiaro sulla contraccezione gratuita. Come ci spiega Maria Cristina Valsecchi del Comitato per la Contraccezione Gratuita e Consapevole che insieme a medici, ginecologi e membri della società civile ha lanciato la petizione pubblica per chiedere a Ministero della Salute e AIFA l'erogazione gratuita dei mezzi contraccettivi a tutta la popolazione e su tutto il territorio nazionale: «Né il Ministero attuale né quello precedente né l’AIFA hanno mai risposto alle nostre richieste». Tra il tifo che spesso tende ad assumere l’argomento dell’interruzione di gravidanza, c’è sicuramente una posizione intermedia. Le città a favore della vita non lo sono; non perché si deve essere contrari alla vita e cadere così in tranello linguistico che polarizza le posizioni, ma perché nelle città del no choice, quelle della non scelta, diventa difficile che le donne vivano se non da ancelle.
https://www.letteradonna.it/it/articoli/fatti/2018/11/12/pro-life-contraccettivi-gratis/27076/?fbclid=IwAR0RfZ1guqK1eICtloRJ6mr_uxXizs4kXOxHBg9mGNVKkciCtFc8sFNB2nU

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