ROMA "Perché i nostri figli non siano fantasmi senza diritti, perché sia riconosciuta la loro storia, la loro realtà anche sui documenti. I figli dei gay non sono bambini di serie B a cui non spetta la carta di identità" dicono i genitori omosessuali preoccupati. Sono in un arrivo una pioggia di ricorsi e di proteste, dalla Cgil alla regione Piemonte, contro il decreto ministeriale voluto da Salvini sulle carte di identità ai minori. Prevede infatti la dicitura madre e padre e non più il generico "genitore", nonostante il parere contrario del garante per la privacy e dell'Anci. Le associazioni delle Famiglie Arcobaleno annunciano ricorso al Tar, le coppie si stanno rivolgendo agli avvocati, la regione Piemonte ha già annunciato che chi volesse ricorrere potrà farlo con il suo aiuto economico. Così il comune di Torino, apripista nella lotta per i diritti delle Famiglie Arcobaleno con la registrazione all'anagrafe del figlio di due mamme, si ribella al provvedimento del "governo amico" Lega-5 Stelle con cui è stata abolita la dicitura "genitore 1 - genitore 2" sulla carta d'identità per tornare ai tradizionali "padre" e "madre".
Perché il rischio è che i figli di coppie gay si vedano negata la carta di identità per l'espratrio, soprattutto quelli che hanno visto la loro origine riconsciuta da sentenze dei tribunali poi trascritte dall'anagrafe , oppure nel documento valido solo per l'Italia si ritrovino la famaiglia dimezzata, un solo genitore.
Spiega Marilena Grassadonia, Presidente delle Famiglie Arcobaleno: "Il decreto è palesemente illegittimo e discriminatorio perché non permette di far coincidere lo status documentale con quello legale dei bambini e delle bambine che già oggi – attraverso trascrizioni di atti esteri o che sono stati adottati dal compagno o dalla compagna del genitore biologico grazie all’art. 44, lett. d (adozione in casi particolari) – sono riconosciuti figli e figlie di due padri e due madri e di quelli che invece verranno riconosciuti in futuro".
Angelo Schillaci, avvocato e docente di diritto pubblico comparato alla Sapienza ha studiato il decreto ministeriale firmato da Salvini, ministro dell'Interno, Bongiorno, pubblica amministrazione e Tria , finanze. E per l'associazione Famiglie Arcobaleno studia ricorsi.
"il decreto ministeriale prevede infatti che per la carta di identità, non valida per l'espatrio, la richiesta la possa presentare un solo genitore, per andare all'estero invece padre e madre si devono presentare insieme. Difficile per una coppia gay... Non solo, i software dell'anagrafe ci risulta siano già stati modificati: non più genitore 1 e 2, ma padre e madre. Come potranno gli ufficiali giudiziari inserire due babbi, due mamme per quel ragazzino?. Non possono violare quello che è una norma e cosi saranno costretti a dire di no. Col risultato che un minore vedrà negata la sua identità, la sua storia, e proprio quelle che coppie che più hanno lottato nelle aule di giustizia, che alla fine con una sentenza hanno visto i loro figli riconosciuti come figli di due mamme o di due papa, rischiano di vedersi negato la carta di identità valida per l'estero. I genitori single non dovrebbero avere problemi, ma bisogna vedere come sarà intepretata la norma. Ecco, qualcosa di inaudito, ingiusto, illegale, incostituzionale" .
Un atto amministrativo, ricorda l'avvocato, non può contravvenire alle disposizioni di legge e alle sentenze dei Tribunali. E i tribunali dicono che quei bambini sono figli di due mamme o due padri. Se viola la legge puo essere annullato dal Tar perché discriminatorio, non rispetta la Ccostituzione. E sottolinea che è " una violazione gravissima del diritto all'identita dei bambini oltre ad impedire di eseguire sentenza passate in giudicato. Un assurdo giuridico".
Contraria anche la Cgil: "Questo provvedimento non solo cerca di precludere sviluppi futuri nel senso dell'ampliamento dei diritti familiari esistenti (a partire dalla nostra battaglia per la libera scelta del cognome dei e delle figlie) ma va a colpire con un'intollerabile discriminazione famiglie già esistenti e in particolare i bambini e le bambine figlie e figli di quei genitori. Siamo e saremo con tutti i mezzi a fianco delle famiglie, dei minori e di tutte le persone bersaglio di questa orrenda discriminazione e sosterremo con ogni mezzo la battaglia già annunciata di famiglie arcobaleno per chiedere ai tribunali amministrativi la cancellazione della nuova norma".
E dagli stessi esponenti del partito di governo, M5S, arrivano proteste:; "Ma voi avete una persona cara, una che vi sta davvero a cuore che è gay? Avete idea del percorso che ha dovuto fare per accettarsi e farsi accettare, le difficoltà? No? E allora immaginate un disagio, una esclusione che avete subito nella vostra vita, a scuola, sul lavoro o anche in famiglia, che non sia legata all'identità sessuale, e moltiplicatelo per cento. Sono cose da poco? Non fanno il governo del cambiamento?". Così Paola Nugnes, senatrice M5S dissidente, si esprime in un post su Fb sul ritorno della dicitura 'padre' e 'madre' sulla carta d'identità, voluto dal ministro dell'Interno Matteo Salvini.
"I figli dei gay non avranno la carta di identità" ricorsi e proteste delle regioni Dopo il decreto ministeriale che sui documenti dei minori al posto di genitore uno e due ripristina padre e madre, Famiglie Arcobaleno, Cgil, politici del M5S contestano la decisione del governo. Mentre il Piemonte si offre di pagare i procedimenti delle coppie di CATERINA PASOLINI
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