martedì 16 aprile 2019

In molti Comuni si andrà a elezioni. Una costante: una strenua resistenza al linguaggio di genere. Simona Sforza


In molti Comuni si andrà a elezioni.
Una costante: una strenua resistenza al linguaggio di genere. 
Leggo le candidate ancorate al maschile, tutte "candidato sindaco", un vero cortocircuito. A destra, come a sinistra. 
Eppure quanto sarebbe meno stridente "la candidatA sindacA", esiste ed è italiano corretto. Se non si ha nemmeno il coraggio di portare avanti questo cambiamento simbolico ma tangibile, dalle ricadute positive enormi, cosa contraddistinguera' l'operato politico di queste donne? 
Quale la differenza che sapranno marcare e sulla quale qualcuna chiederà il voto. 
Quale occasione migliore per portare un cambiamento e spiegare i motivi di una scelta di declinazione corretta? 
Diamo esistenza alle donne, non appiattiamoci per assecondare consuetudini linguistiche ormai ingiustificabili e che cozzano con la realtà. 
Non significa sminuire un ruolo bensì dargli nuova luce e illuminare ciò che per secoli è stato invisibilizzato. 
Oggi abbiamo la possibilità di dipingere una nuova rappresentanza, adoperiamola e iniziamo a farlo a partire dal linguaggio. 
Non è un orpello inutile, bensì dare sostegno concreto al cambiamento. 
La parità di genere si costruisce mattoncino dopo mattoncino.
https://www.facebook.com/simona.sforza.7/posts/10218314222997306

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