Sottorappresentazione nella sfera politica decisionale, esclusione da opportunità economiche, svalutazione in ambito lavorativo (in casa e fuori casa), oggettivazione mediatica ossessiva e persistente, presentazione e percezione negative basate su stereotipi in relazione al ruolo sociale, limitazione della libertà di espressione e movimento giustificate con i medesimi stereotipi. Poiché ciò costituisce il fertile terreno in cui la violenza nasce e si nutre, non stupisce che il 27 per cento di appartenenti al gruppo di persone trattato come sopra, in Italia, dichiari di aver subito almeno un atto di violenza fisica o sessuale a partire dai quindici anni di età – e tale violenza costa allo Stato 26 miliardi l’anno (dati EIGE – Istituto europeo per l’eguaglianza di genere, 2018): inoltre, le vittime incontrano per la maggior parte un’ulteriore violenza nel responso inadeguato al meglio e ostile al peggio da parte delle istituzioni a cui presentano le loro denunce.
Se non si trattasse di donne, il quadro susciterebbe un’esplosione di orrore. I corsivisti produrrebbero analisi angosciate con paralleli storici e i politici si affretterebbero a metter mano alla questione, se non altro per placare l’opinione pubblica giustamente pervasa di indignazione. Ma trattandosi appunto di donne, i corsivisti sguazzano fra psicologia d’accatto e biasimo delle vittime, l’opinione pubblica è accecata da tonnellate di mutande e seni rifatti, e i politici stanno meramente sul pezzo (l’ultimo fatto in ordine di tempo che ha raggiunto la cronaca) urlando lo slogan di turno: “castrazione chimica” (Salvini) o “galera” (Di Maio).
E così è ovviamente andata per lo stupro perpetrato dai due giovani farabutti – diciannove e ventuno anni – di Casa Pound. Come si usa di questi tempi, hanno filmato l’impresa per riguardarsela con gusto sul cellulare e vantarsene condividendola con gli amici fidati. Il rischio di cementare prove a proprio carico vale la candela, per questi intelligenti individui. Dopo aver preso a pugni e violentato una donna per ore, Francesco Chiricozzi e Riccardo Licci le chiariscono come vanno le cose, in caso lei non lo sappia ancora: “Stai zitta, tanto non ti crederà nessuno“.
È una previsione dotata di buone probabilità di avverarsi e comunque fondata sull’osservazione della realtà: perché come fa a essere credibile un soggetto quasi totalmente privo di peso istituzionale (sottorappresentazione nella sfera politica decisionale), svantaggiato a livello economico (svalutazione in ambito lavorativo), ridotto a portapene ambulante ventiquattro ore su ventiquattro (oggettivazione mediatica ossessiva e persistente), descritto in termini di inferiorità e mancanza da religioni – teorie pseudo psicologiche – costumi e tradizioni (presentazione e percezione negative basate su stereotipi in relazione al ruolo sociale)?
Se io adesso scrivo “La violenza contro le donne e le bambine è una delle più diffuse, durature e devastanti violazioni dei diritti umani presente al mondo” sto citando a braccio le Nazioni Unite e corsivisti, politici e opinione pubblica non fanno una gran fatica a essere d’accordo. È quando si chiede loro di esaminare le ragioni per cui questa violenza esiste e di intervenire su di esse che danno di matto.
https://comune-info.net/2019/04/non-ti-credera-nessuno-casa-pound/?fbclid=IwAR0r5W_dAAxhptXlnycMbG4fNxi_9OltiIYY0IltKdNYl0IbWUTyWM5587k
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