Le 21 Madri sono state donne
di valore, coraggio e intelligenza che riuscirono a far capire agli
uomini l'importanza di inserire le donne nei processi democratici,
come elemento fondamentale di sviluppo per un popolo.
IL DIRITTO
DI VOTO PER LE DONNE, FU AVVALLATO CON IL DECRETO DEL 1 FEBBRAIO
1945.
Le donne dopo aver votato
nelle prime consultazioni amministrative, nella primavera del ‘46,
si recarono in massa per la votazione simultanea del 2 giugno 1946,
per il Referendum istituzionale tra monarchia e repubblica e per le
elezioni all’Assemblea costituente.
LA PRESENZA DELLE DONNE FU
ALTISSIMA E CON PERCENTUALI SORPREN DENTI:
Nord: 91,3% uomini e 90,3%
donne;
Centro: 89,7 % uomini e 88,0%
donne;
Sud 84,8% uomini e 86,2%
donne;
Sicilia: 84.8% uomini e 86,2%
donne;
Sardegna: 84,4% uomini e 87,3%
donne.
AL SUD E NELLE ISOLE L’
ELETTORATO FEMMINILE FU PIÙ NUMEROSO DI QUELLO MASCHILE.
Le nostre
MADRI COSTITUENTI sono le 21 donne elette il 2 giugno 1946 (21 su 556
componenti l'Assemblea Costituente cioè il 3,78%).
La prima donna della Consulta
a parlare in un’assemblea democratica fu Angela Guidi Cingolani che
condivideva con altre elette trascorsi di prigione e di confino.
Tutte le Madri lottarono e furono attente alle speranze delle
italiane, per non deludere le migliaia di donne partigiane,
staffette, donne antifasciste che in mille modi avevano contribuito
alla Liberazione.
Tra le Madri Costituenti:
- 9 erano comuniste, tra cui
cinque dell’UDI (Adele Bej, Nadia Gallico Spano, Nilde Jotti,
Teresa Mattei, Angiola Minella, Rita Montagnana, Teresa Noce, Elettra
Pollastrini, Maria Maddalena Rossi).
- 9 democratiche cristiane
(Laura Bianchini, Elisabetta Conci, Filomena Delli Castelli, Maria De
Unterrichter Jervolino, Maria Federici, Angela Gotelli, Angela Guidi
Cingolani, Maria Nicotra, Vittoria Titomanlio).
- 2 socialiste (Angelina Merlin e Bianca Bianchi) e una della lista ”Uomo Qualunque” (Ottavia Penna Buscemi).
- 2 socialiste (Angelina Merlin e Bianca Bianchi) e una della lista ”Uomo Qualunque” (Ottavia Penna Buscemi).
Tutte le Madri, con il loro
impegno e le loro capacità, segnarono l'ingresso delle donne nel più
alto livello delle istituzioni rappresentative.
14 erano laureate e molte insegnanti, qualche giornalista-pubblicista, una sindacalista e una casalinga; 14 erano sposate e con figli.
14 erano laureate e molte insegnanti, qualche giornalista-pubblicista, una sindacalista e una casalinga; 14 erano sposate e con figli.
Molte avevano preso parte alla
Resistenza, pagando spesso personalmente e a caro prezzo le loro
scelte, come Adele Bei (condannata nel 1934 dal Tribunale speciale a
18 anni di carcere per attività antifascista), Teresa Noce (detta
Estella, che dopo aver scontato un anno e mezzo di carcere, perché
antifascista, fu deportata in un campo di concentramento nazista in
Germania dove rimase fino alla fine della guerra) e Rita Montagnana
(che aveva passato la maggior parte della sua vita in esilio).
5 delle 21 Madri Costituenti, Maria Federici, Nilde Iotti e Teresa Noce del Pci, Angelina Merlin (Psi) e Angela Gotelli (Dc), entrarono a far parte della “Commissione dei 75”, quella commissione incaricata dall’Assemblea Costituente di formulare la proposta di Costituzione da dibattere e approvare in aula.
5 delle 21 Madri Costituenti, Maria Federici, Nilde Iotti e Teresa Noce del Pci, Angelina Merlin (Psi) e Angela Gotelli (Dc), entrarono a far parte della “Commissione dei 75”, quella commissione incaricata dall’Assemblea Costituente di formulare la proposta di Costituzione da dibattere e approvare in aula.
Nessun commento:
Posta un commento