Dicono che nel mondo ci siano sette donne per ogni uomo. Non è così, le donne sono meno degli uomini. Uno studio sulla popolazione mondiale spiega perché
Sulla base degli ultimi dati dell’ONU (United Nations. DESA.World Population Prospects, the 2015 Revisions), in questo momento sulla terra ci sono più uomini che donne: per ogni 100 donne ci sono, infatti, 101,8 uomini (in totale: 3,64 miliardi di donne contro 3,7 miliardi di uomini). Si stima che la popolazione mondiale sia diventata a maggioranza maschile a partire dal 1962. Da allora il divario di genere (a svantaggio del sesso femminile) si è sempre più allargato. Nel 2013 gli uomini superavano le donne di 58 milioni. Il fatto che ci siano più maschi che femmine è il risultato di vari fattori, di cui il principale è la discriminazione contro le donne. Tenuto conto che la maggior parte dei paesi del mondo ha più donne che uomini (se non altro per il fatto che, in genere, le donne vivono più a lungo degli uomini), lo squilibrio mondiale di genere esiste soprattutto a causa di due paesi e delle loro politiche “eugenetiche”: la Cina e l’India, due regioni molto popolose, dove sono diffusi gli aborti selettivi e l’infanticidio delle neonate. La Cina ha quasi 50 milioni di uomini in più rispetto alle donne e l’India 43 milioni.
Tuttavia, uomini e donne sono diversamente distribuiti nelle diverse parti del mondo. Nei paesi Europei, ma soprattutto in quelli dell’ex Unione Sovietica, per esempio, ci sono molte più donne che uomini (Paesi superati soltanto da una piccola isola “francese” delle Antille, la Martinica, dove ci sono 84,5 uomini su 100 donne). Al contrario, il numero più alto di uomini in rapporto a quello delle donne lo si trova negli Emirati Arabi Uniti, in Paesi densamente popolati come India e Cina, e nel Western Sahara (Nord Africa). Negli USA, la divisione della popolazione in base al sesso è quasi paritaria, con un leggero squilibrio a favore delle donne (98,3 uomini ogni 100 donne). Questo dato è più o meno stabile dal 1950. Le quattro grandi economie emergenti che fanno parte dei BRIC (Brasile Russia India Cina, ndr) si dividono in tre gruppi. Cina e India hanno un forte squilibrio verso gli uomini, la Russia verso le donne, mentre Brasile e Sud Africa sono nel mezzo. A rilevare tutte queste informazioni è una mappa elaborata dal “Pew Research Center” (Gender ratios in 2015) sulla base dei dati ONU 2015.
Ma perché negli ex Paesi sovietici ci sono più donne che uomini? Nell’ampio territorio, conosciuto come ex URSS, la popolazione è prevalentemente femminile da almeno la seconda guerra mondiale, e cioè da quando molti uomini sovietici morirono in battaglia o lasciarono l’Unione Sovietica per andare a combattere altrove (quasi il 15% della popolazione maschile in età riproduttiva perse la vita durante le guerra). Ad esempio, nella Russia sovietica, nel 1950, c’erano 76,6 uomini ogni 100 donne, mentre nel 1959, quasi quindici anni dopo la fine della grande guerra patriottica, erano rimasti solo 81,9 uomini ogni 100 donne. La distanza era ancora più ampia in altri Paesi dell’ex URSS coinvolti direttamente nella guerra come, ad esempio, in Ucraina, dove c’erano 79,7 uomini ogni 100 donne. Quel rapporto sbilanciato era andato, tuttavia, nei decenni successivi, equilibrandosi costantemente (attestandosi, per esempio, nella Russia di Gorbachev a 88,4 uomini ogni 100 donne), per poi mostrare dalla dissoluzione dell’URSS un’inversione di tendenza. Negli anni ‘90, comuni indicatori demografici dei Paesi transizionali dell’ex URSS, a seguito del passaggio dall’economia pianificata a quella di mercato, erano stati l’alta mortalità degli adulti maschi e la brusca caduta della speranza di vita sia per uomini che per donne (nella nuova Russia indipendente, fra il 1991 e il 1994, l’aspettativa di vita media era scesa di sei anni per gli uomini e di tre per le donne).
Oggi (dato 2015), il gender ratio (uomini ogni 100 donne) nella Federazione Russa è di 86,8 uomini ogni 100 donne. Anche in altri ex Paesi sovietici si registrano rapporti di genere simili: in Lettonia (84,8), Ucraina (86,3), Armenia (86,5), Bielorussia (86,8), Lituania (85,3) ed Estonia (88,0).
La maggior parte di questi Stati ha bassi tassi di fertilità rispetto alla media globale. Questo fattore è causa nel tempo di uno squilibrio di genere della popolazione, poiché gli anziani hanno maggiori probabilità di essere di sesso femminile, mentre i giovani di essere di sesso maschile (tendenza, peraltro, riscontrabile anche a livello globale).
In più, i giovani maschi adulti hanno un tasso insolitamente alto di mortalità, e la speranza di vita maschile è più breve rispetto a quella femminile.
Ecco perché Lituania, Lettonia, Kazakistan, Bielorussia, Russia, Estonia e Ucraina sono fra i paesi al mondo con una più elevata popolazione femminile e con il maggior divario nell’aspettativa di vita fra uomini e donne. Un esempio per tutti: in Bielorussia ci sono 86,8 uomini ogni 100 donne; quest’ultime hanno un’aspettativa di vita di 77,0 anni, mentre gli uomini - di 65,3 anni, con una differenza di 11,7 anni.
Molti uomini perdono la propria vita per incidenti dovuti al tasso eccessivo di alcol, suicidi e malattie. Com’è noto, il consumo di vodka, soprattutto da parte dei giovani, è stato a lungo un problema nell’ex Unione Sovietica, ed è ancora oggi una delle principali cause di morti precoci. Solo la Siria, dove da quattro anni è in corso una guerra devastante, supera, per tutt’altre ragioni, i paesi ex sovietici, con un life-expectancy gap di ben 12,3 anni (maschi: 64,0; femmine: 76,3). In conclusione, gli ex paesi sovietici occupano 7 dei dieci posti con la più alta quota di donne tra i 126 Paesi del mondo mappati con più donne che uomini.
Nei paesi sviluppati dell’Europa occidentale, il rapporto tra popolazione femminile e maschile è più equilibrato (rispetto all’Est europeo), anche se le donne sono quasi sempre in numero maggiore rispetto agli uomini. Nel nostro paese (Italia), ci sono 94,6 uomini ogni 100 donne, un dato vicino a quello rilevato in Francia (94,8) e comparabile a quello di Germania, Grecia e Serbia. Qui il fattore che gioca a favore del genere femminile è la speranza di vita media solitamente più alta nelle donne che negli uomini. In generale, in questi Paesi, il divario di genere si è nel tempo ridotto in gran parte a causa di stili di vita e condizioni tra uomini e donne sempre più simili. Gli unici paesi europei dove sono presenti (seppure in numero statisticamente irrilevante) più uomini che donne sono Islanda, Norvegia e Lussemburgo.
In Cina e India ci sono più uomini che donne. Questi due Paesi sono noti per le loro pratiche di “femminicidio infantile”. In Cina, ci sono attualmente 106,3 uomini ogni 100 donne; in India - 107,6 uomini ogni 100 donne. Le politiche di riduzione della natalità di questi Paesi ha fatto sì che le prime rappresentanti dell’eugenetica per fini economici (oltre che demografici) fossero le madri: le figlie femmine sono un costo (dote), un peso (se non si sposano), non sono adatte per il lavoro pesante (campi, miniere, ecc.) e non tramandano il cognome e i beni di famiglia. Ecografie, amniocentesi e altri esami servono a quelle popolazioni per stabilire il destino di un feto: se è femmina, verrà sacrificata. Le autorità cinesi stanno ora provando a ridurre il divario numerico fra uomini e donne inasprendo le pene per gli aborti selettivi (quelli che si basano sul sesso del feto) e istituendo bonus per i genitori delle bambine nelle zone rurali del Paese.
Chiudiamo con i paesi del Medio Oriente (Arabia Saudita, Oman, Qatar ed Emirati Arabi Uniti), dove la sproporzione tra uomini e donne, a sfavore di quest’ultime, è assai sensibile. Il Qatar è abitato, ad esempio, da 265,5 uomini ogni 100 donne, mentre gli Emirati Arabi Uniti - da 274 uomini ogni 100 donne (quasi tre volte di più). In quest’ultimo Paese (e in altri Stati limitrofi), sono arrivati negli ultimi anni molti lavoratori stranieri maschi (soprattutto dall’Asia meridionale), che sono stati impiegati nelle industrie e a cui non è stato consentito di portare con sé la propria famiglia. Infine, proprio in Medio Oriente - dove le donne sono pesantemente sottoposte al controllo comunitario e ai divieti religiosi - si evidenziano ben 6 Paesi con il maggior divario di genere tra i 69 Paesi del mondo mappati con più uomini che donne.
Nessun commento:
Posta un commento