venerdì 12 febbraio 2016

La salute mentale dei bimbi cresciuti in famiglie monoparentali è analoga a quella dei coetanei di Antonella Costantino (presidente Società Italiana di Neuropsichiatria dell'Infanzia e dell'Adolescenza)

Avere due papà o due mamme non influenza negativamente lo sviluppo psicologico di un bambino e non ne aumenta la probabilità di diventare omosessuale a sua volta.
Dal punto di vista scientifico infatti, il problema che si pone non è tanto se vi sia o no una differenza tra famiglie composte da genitori di sesso diverso e famiglie composte da genitori dello stesso sesso, ma se e come e attraverso quali fattori tale differenza impatti sul benessere dei bambini e sul loro sviluppo. E come essere in grado di monitorare e approfondire costantemente, con un metodo rigoroso che ci protegga dal rischio di influenzare i risultati alla luce delle nostre personali convinzioni, quali sono le potenziali conseguenze che i cambiamenti del modo di crescere i bambini, che avvengono indipendentemente da quanto possiamo ritenere giusto o sbagliato, possono avere sulla loro salute mentale.
Ampi studi condotti negli Stati Uniti negli ultimi trent’anni evidenziano come i fattori di rischio per la salute mentale siano legati alla povertà e all’emarginazione, alla presenza di eventi traumatici, alla conflittualità e alla violenza, alla presenza in famiglia di persone con gravi problemi psichiatrici o di dipendenza da sostanze o da alcool e soprattutto alla mancanza di una rete sociale di supporto, ma non alla struttura familiare di per sé né alla presenza di genitori dello stesso sesso.
Analogamente, i fattori protettivi che agiscono trasversalmente a tutti gli assetti familiari sono rappresentati dalla qualità delle relazioni tra i genitori e con i figli, dal senso di competenza e sicurezza dei genitori, dalla buona capacità di parlare delle emozioni tra tutti i membri della famiglia e dalla presenza di positivi supporti sociali ed economici.
Se si corregge per i fattori appena descritti, la salute mentale di bambini cresciuti in famiglie omoparentali è analoga a quella dei coetanei.
La presenza di emarginazione e discriminazione è invece un fattore di rischio importante, ma anche in questo caso non è limitato alle famiglie omogenitoriali. La presenza di una differenza rispetto ai compagini o al contesto di vita (inclusa la vedovanza, la presenza di fratelli con disabilità o di genitori gravemente ammalati o disabili), se non adeguatamente gestita nei contesti scolastici e sociali, può diventare occasione di vittimizzazione, discriminazione e bullismo, con tutte le conseguenze purtroppo note.
In questo contesto generale, è importante sottolineare come la stepchild adoption affronti poi un aspetto molto particolare e molto rilevante trasversalmente alle famiglie regolarmente coniugate, eterosessuali conviventi od omogenitoriali. In situazioni in cui un bambino ha un solo genitore perché l'altro è morto o non c'è mai stato, la stepchild consente al partner, indipendentemente dal sesso, di adottare il bimbo del compagno, previo parere di idoneità e opportunità da parte di giudice, in accordo con il genitore naturale e sentito il parere dello stesso minore. Lo scopo è quindi proteggere il bambino, per evitare che con la morte del primo genitore venga strappato contemporaneamente anche al secondo, che di fatto già convive con lui e con il quale ha un legame affettivo.
da http://www.sanita24.ilsole24ore.com/art/medicina-e-ricerca/2016-02-04/famiglie-omoparentali-salute-mentale-bimbi-cresciuti-famiglie-omoparentali-e-analoga-quella-coetanei-153533.php?uuid=ACjCIbNC

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