Per tutte noi l'inizio dell'anno, con le notizie che arrivavano della Germania, e da Colonia in particolare, è stato uno shock. Non c'è antirazzismo vero che non sia anche anti-sessista. E non ci possono essere accoglienza e integrazione se non si parte dal rispetto dei diritti, delle libertà, delle leggi che via via si sono affermate nelle nostre comunità, grazie a non poche battaglie.
Andare a Colonia il 4/5 Febbraio è un atto di europeismo forte, vuol dire andare a difendere nello stesso tempo i valori dell'accoglienza, della tolleranza e del rispetto, che fanno del nostro continente un faro di civiltà, ma vuol dire anche chiedere che i temi posti dall'immigrazione, dal mescolarsi di culture spesso molto diverse, da forme ed equilibri di convivenza che dobbiamo costruire giorno dopo giorno, non vengano espulsi dall'agenda politica una volta spentisi i riflettori su quelle violenze.
È compito della politica, quindi, dal livello locale a quello nazionale e sovranazionale, garantire la sicurezza, i diritti, la libertà di tutte e di tutti. Questo significa anche fare del rispetto delle donne il principio cardine delle politiche di accoglienza e integrazione di migranti e rifugiati.
Quando sentiamo dire che la cultura degli immigrati non è compatibile con la nostra, dobbiamo ricordare che dietro le conquiste delle donne europee ci sono anni di lotta contro la cultura patriarcale, lotte che, anche in alcuni paesi musulmani, stanno portando le donne ad avere un ruolo sempre più forte anche nella vita pubblica. Sarebbe importante, quindi, che ci fossero donne e uomini di ogni provenienza e religione, insieme. Perché la libertà delle donne riguarda tutte e tutti noi europei, e insieme coloro che hanno scelto e scelgono di vivere tra noi rispettando le nostre leggi, le Costituzioni ed i diritti umani.
Valeria Fedeli
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