La
sociologa Chiara Saraceno prova a spiegare le ragioni di chi si
oppone al riconoscimento dei diritti delle persone gay e lesbiche.
Professoressa
Saraceno, quando si parla di famiglie in Italia se ne parla sempre al
singolare. Perché ci si ostina a non riconoscere la pluralità dei
modelli familiari?
Esiste
una specie di doppio binario: uno è quello dei principi, l'altro
quello della pratica. Basta che la pratica non interroghi mai, o non
metta mai in discussione i principi - ciò che in fondo dà sicurezza
- che va tutto bene. Nel nostro Paese la politica e i politici hanno
pensato che intorno alla famiglia si giocasse parte del consenso
elettorale veicolato dalla Chiesa cattolica. In realtà c'è chi non
è molto liberale ed è convinto di quello che pensa, ma c'è anche
chi molto più cinicamente si comporta come gli pare ma pensa sia
meglio non entrare in rotta di collisione con la Chiesa. Se pensiamo
alla Francia o alla Spagna invece, dove pure la Chiesa si è opposta
a modifiche della legge sulla famiglia, i cattolici non hanno lo
stesso potere che viene dato loro dalla politica.
In
Italia c'è quindi una delega della politica alla Chiesa su questi
temi?
Quando
ero più giovane ho scritto che in Italia c'è stato una sorta di
patto di Yalta. Del lavoro si occupa la Sinistra, della famiglia si
occupa la Chiesa, la Democrazia Cristiana. A lungo si è andati
avanti su questo compromesso. Pensi a quanto tempo abbiamo impiegato
per introdurre il divorzio nel nostro Paese o legalizzare la
contraccezione, cose tutto sommato meno radicali concettualmente
rispetto alla tradizione che non il matrimonio o la genitorialità
omosessuale.
Nei
suoi studi si è occupata dei significati culturali e sociali che
attribuiamo al maschile e al femminile, quindi all'identità e al
genere delle persone. Oggi contro i diritti delle persone omosessuali
si agita lo spauracchio della "teoria gender": di cosa si
tratta e qual è la posta in gioco?
In
realtà esistono tante teorie di genere. Il concetto di genere è
stato sviluppato dalle femministe americane per sottolineare come i
ruoli sociali attribuiti all'uno o all'altro sesso siano costruzioni
sociali. In parole povere: non discende dalla conformazione del corpo
il fatto che l'uomo lavori in modo remunerato e la donna stia in
casa, o che gli uomini guadagnino più delle donne, o che gli uomini
si occupino di politica e le donne meno, così come non discende
dalla conformazione del corpo il fatto che le donne siano per natura
più passive, dolci, e gli uomini più aggressivi e così via: sono
tutti costrutti sociali. Il corpo è importante, la conformazione del
corpo è anche qualcosa che va riflettuta, pensata, elaborata,
insomma non ignoriamo come siamo fatti, ma da questo non discendono
né caratteristiche psicologiche né comportamenti sociali.
Cei,
Bagnasco: "Reagire al gender: teoria che edifica un transumano"
Tutto
ciò, in modo diverso, è stato articolato in diverse posizioni
teoriche, le teorie di genere. Ma più recentemente, da qualche anno,
alcune studiose che venivano dal femminismo e che si sono avvicinate
alla Chiesa cattolica – così come la stessa gerarchia cattolica in
Italia - hanno invece tradotto le teorie del genere in un'unica
grande teoria, costruita come nemico da combattere. La costruzione di
questa teoria monolitica ha come bersaglio l'accettazione
dell'omosessualità come uno dei modi in cui si può stare al mondo
come uomini e come donne. La teoria del genere è stata tradotta come
una sorta di teoria dell'androgino in cui la differenza sessuale non
conta nulla, come una teoria che dice: "Se io voglio, posso
diventare omosessuale. Come se essere omosessuali voglia dire andare
alla Seychelles o stare a casa propria". Questo è un uso
malinteso delle teorie di genere, che non riguardano l'omosessualità
e l'eterosessualità, che sono solo alcuni dei modi di stare al
mondo.
Cosa
spaventa dell'ideologia del genere?
C'è
il timore che l'eterosessualità non sia poi così sicura, così
garantita. Temere che le persone omosessuali possano esprimere il
proprio orientamento liberamente, facendo anche famiglia se vogliono
in modo altrettanto legittimo e riconosciuto delle persone
eterosessuali, significa, per chi teme gay e lesbiche, ritenere che
l'eterosessualità sia molto meno forte di quanto non vorrebbero
farci credere. Un’altra paura è quella di diventare omosessuali,
per cui mi basta vedere che è possibile essere omosessuali senza
essere condannati che allora anch'io, che sono eterosessuale, dico:
"Sai che c'è? Mi trasformo in un omosessuale".
Mentre
l'orientamento sessuale è qualcosa di ascritto alla propria
personalità, insomma non si può cambiare dall'oggi al domani...
Non
so quanto ci sia di ascritto o acquisito nell'eterosessualità e
nell'omosessualità, è una cosa che si impara: siamo
psicologicamente e fisicamente addestrati a riconoscere il nostro
desiderio sessuale.
Papa
Francesco e la teoria dei gender: "Sintomo di frustrazione"
C'è
da aspettarsi un'apertura da parte della Chiesa cattolica su questo
tema?
L'apertura
che c'è stata riguarda la non-condanna, per lo meno nella parte più
illuminata della Chiesa. Ma quando si è detto che non era una tara
morale, che non era un peccato, si è rimasti sempre sulla soglia:
"Sei omosessuale, poveretto, ti è capitato di nascere così ma
è meglio che tu non agisca su questo". Come dire: "Sei
zoppo e non puoi camminare normalmente come gli altri". Oggi non
è più una tara morale essere omosessuali ma certamente
l'omosessualità resta un minus di umanità che non può essere
pienamente espressa.ari?
Esiste
una specie di doppio binario: uno è quello dei principi, l'altro
quello della pratica. Basta che la pratica non interroghi mai, o non
metta mai in discussione i principi - ciò che in fondo dà sicurezza
- che va tutto bene. Nel nostro Paese la politica e i politici hanno
pensato che intorno alla famiglia si giocasse parte del consenso
elettorale veicolato dalla Chiesa cattolica. In realtà c'è chi non
è molto liberale ed è convinto di quello che pensa, ma c'è anche
chi molto più cinicamente si comporta come gli pare ma pensa sia
meglio non entrare in rotta di collisione con la Chiesa. Se pensiamo
alla Francia o alla Spagna invece, dove pure la Chiesa si è opposta
a modifiche della legge sulla famiglia, i cattolici non hanno lo
stesso potere che viene dato loro dalla politica.
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