Le
pari opportunità e la conciliazione dei tempi di vita
di Cecilia
Chiesa
La
questione dell’uguaglianza
Il
concetto di pari opportunità è fortemente connesso alla questione
femminile ed ai movimenti originatisi nel XVII secolo per rivendicare
l’uguaglianza fra uomini e donne nell’ambito della vita politica,
ovvero ai movimenti per l’acquisizione del diritto di voto. Dagli
anni ’70 del secolo scorso, quanto meno in Europa, le donne hanno
acquisito pieni diritti politici. In seguito al periodo delle lotte
dei movimenti femminili, l’acquisizione di tali diritti ha portato
a riflettere sulla specificità femminile e a rivendicare la propria
diversità rispetto agli uomini. La questione dell’uguaglianza fra
i generi è slittata, dunque, verso il concetto di “parità”.
Il
concetto di parità
Poiché il
diritto al voto era acquisito, ma le donne (per motivi che
comprendono: fattori culturali, radicamento nell’ambito familiare,
mancanza effettiva di tempo da dedicare all’attività politica,
resistenze da parte maschile; e che impediscono loro di partire da
una condizione paragonabile a quella maschile) non erano e non sono
presenti quanto e come gli uomini nelle sfere decisionali, il
dibattito si è spostato verso il concetto di pari opportunità, cioè
una serie di misure che consentano alle donne di partecipare alla
vita politica attiva del proprio paese quanto meno in pari misura
rispetto ai loro colleghi maschi .
Il
concetto di pari opportunità
Il
concetto di pari opportunità consente, sostanzialmente, di non
ignorare le differenze e di colmare il deficit di risorse a cui
alcune categorie sono soggette, e che rischierebbero di escludere
parte della popolazione dai propri diritti di cittadinanza. Tale
concetto ha assunto, nel corso del tempo, un significato più ampio
andando ad interessare anche altre sfere della vita delle donne, con
particolare riferimento alla sfera lavorativa (per un incremento
dell’occupazione femminile e perché le donne occupino posizioni
dirigenziali, ed abbiano la stessa retribuzione) e all’ambito
familiare (per una condivisione dei carichi di cura e di lavoro
domestico fra uomini e donne).
Tempi e
pari opportunità
Il tema
della conciliazione dei tempi e degli orari si inserisce dunque nella
questione delle pari opportunità, essendo parte di un percorso più
ampio, finalizzato proprio alla riduzione delle disuguaglianze di
genere.
In una
società come quella attuale, investita da una serie di profonde
trasformazioni in campo demografico, sociale e lavorativo (aumento
dei divorzi e delle famiglie monogenitoriali, aumento del tasso di
partecipazione delle donne al mercato del lavoro, aumento delle
persone dipendenti anziane affidate alle cure della famiglia, nuova
organizzazione del lavoro che richiede estrema flessibilità dei
rapporti di lavoro, degli orari di lavoro e della retribuzione), la
disponibilità temporale rappresenta una forte barriera segregativa
tra uomini e donne, non solo per quanto riguarda la possibilità di
entrare nel mercato del lavoro, ma anche nel grado di qualità della
vita esperito: non solo, quindi, la quantità del tempo, ma cosa si
fa del tempo complessivo a disposizione.
Cause di
discriminazione: il fattore tempo
Le cause
che vengono indicate dalla letteratura come fattori critici, che
potenzialmente possono essere fonte di fattori discriminanti, sono la
diseguale divisione dei carichi extralavorativi, l’inadeguatezza
dei servizi di conciliazione (siano essi pubblici o privati) e la
resistenza delle imprese a ripensare i modelli di organizzazione del
lavoro. Come si può notare sono tutte cause connesse in modi diversi
alla tematica dei tempi ed in particolare alla conciliazione della
vita lavorativa con la vita familiare.
Cos’è
la conciliazione
Per
cercare di meglio comprendere cosa s’intende con il termine
conciliazione verranno qui di seguito proposte alcune definizioni.
“Conciliare significa accordarsi, essere consenzienti nel pagare un
prezzo (ad esempio conciliare una multa). Conciliare vita privata e
lavoro professionale significa dunque mettere sul piatto della
bilancia i pesi diversi che questi fattori assumono nella vita
quotidiana di una persona, nella consapevolezza che è necessario
fare qualche sforzo, pagare qualche prezzo perché questi tempi e
mondi diversi non si schiaccino a vicenda o non si alleino per
schiacciare la stessa persona, la sua identità e il suo benessere.
(2001,
“Cosa vogliono le donne. Cosa fanno le donne per conciliare lavoro
e famiglia”, Regione Lombardia - Pari opportunità, Formaper)
“Il
termine conciliazione si riferisce al rapporto che esiste tra almeno
due sfere di vita: la famiglia e il lavoro (ma non solo…); sarebbe
meglio dire tra due ambiti di organizzazione del tempo: il tempo di
vita e il tempo lavorativo professionale. Il termine, oltre ad
evocare l’interferenza, il problema da risolvere, i tempi da far
coesistere – portare i bambini a scuola ed arrivare in ufficio in
tempo, passare in ospedale a visitare la mamma anziana e malata e
trovare il tempo per fare la spesa – richiama la ricerca
individuale e familiare di un equilibrio. Dunque quando si parla di
conciliazione si fa riferimento anche alle strategie attraverso le
quali le persone (le donne e gli uomini) tentano di raggiungere un
equilibrio, di ridurre le interferenze, in modo che i diversi tempi
nel corso di vita personale e professionale di uomini e donne possano
coesistere senza produrre troppi stress o svantaggi – insomma senza
che essi schiaccino la persona, il suo equilibrio, il suo benessere e
quello della sua famiglia.”
(2004,
Rapporto finale, Progetto Equal “Da donna a donna”, COREP).
Chi si
occupa di conciliare?
Appare
evidente, dunque, che la conciliazione tra i tempi si gioca
concretamente all’interno di un complesso intreccio di fattori,
quali i tempi ed i modelli dell’organizzazione del lavoro, del
lavoro di cura, della vita sociale allargata; i tempi, gli spazi ed i
servizi della città; il tempo libero ed il tempo per sé. Questo
comporta che un efficace sistema di misure di conciliazione non possa
prescindere dal prendere in considerazione il complesso insieme di
questi fattori. Occorre inoltre sottolineare che, data l’ampiezza e
la portata della problematica, appare evidente che mettere in atto
strategie di conciliazione non possa più essere considerato un
compito che le donne devono assolvere privatamente: famiglia,
società, cultura e soprattutto le politiche pubbliche devono
preoccuparsi di attuare tutte le strategie che la normativa (legge
53/2000; legge regionale 23/99 e legge regionale 28/2004) consente di
perseguire in direzione della conciliazione, e quindi anche delle
pari opportunità.
Servizi
per la conciliazione
Quali
sono, dunque, quei servizi la cui funzione va, direttamente o
indirettamente , a supporto della conciliazione? Di seguito vengono
proposte due possibili definizioni.
La prima è
ripresa dal progetto Equal “Acrobate”, sviluppato nel 2004 in
Lombardia, da una partnership di dodici partecipanti
(www.equalacrobate.it). Nell’ambito del progetto, è stato stilato
un elenco di servizi che possono fungere da indicatori per il
monitoraggio delle risorse territoriali in tema di pari opportunità
. Tali servizi includono:
a.
Servizi di cura per minori, anziani e disabili:
- offerta
di nidi, baby parking, micro nidi, scuole materne, scuole
dell’obbligo con tempo prolungato con offerta di servizi mensa,
doposcuola, attività pomeridiane
- asili
nido aziendali
- servizi
per il tempo extra scolastico della seconda infanzia e
dell’adolescenza: (ludoteca c.a.g., oratori )
- servizi
di accoglienza dei minori durante il periodo estivo: centri vacanze,
centri estivi, etc.
- case di
riposo e di cura:
- centri
diurni per anziani:
-
strutture socio riabilitative (es. CSE, CRT centri diurni per
disabili)
b.
Servizi pubblici e area trasporti:
- rete di
trasporti locale orari e frequenza dei servizi
- orari
dei servizi pubblici
c.
Progetti e sperimentazioni:
- progetti
sperimentali a sostegno della famiglia quali banca del tempo,
progetti Equal, etc
- presenza
di un piano dei tempi delle città
d.
Servizi area lavoro:
- offerta
di servizi a sostegno dell’occupazione femminile (Sportelli donne
all’interno dei centri per l’impiego) e della partecipazione
femminile alla vita sociale
- offerte
formative per la popolazione adulta attivate sul territorio
attivazione
sul territorio di progetti per l’inclusione sociale finanziati con
FSE e altri fondi comunitari
La seconda
definizione fa invece riferimento al progetto “Il tempo delle
donne”, sviluppato da CAAM, ASNM e Clavim (crf. pag. 9), e per il
quale il Politecnico di Milano ha realizzato una mappatura dei
servizi per la conciliazione sul territorio interessato dal progetto
(Alto Milanese, Nord Milano e Vimercatese). La definizione di servizi
per la conciliazione sulla base della quale è stata condotta tale
mappatura, include le seguenti risorse:
a.
Scuole: asili nido, scuole materne, elementari, medie;
b.
Servizi di cura: servizi per anziani, servizi per handicappati,
servizi di assistenza individuali, servizi di assistenza collettivi
(case di riposo o luoghi di aggregazione), baby sitting, tages
mutter;
c.
Trasporti: (il sistema dei trasporti può essere collegato ad
altri servizi): il sistema dei trasporti nel Comune (la rete urbana
ed extraurbana) ed il “ trasporto dedicato” come ad esempio il
servizio pullman per accompagnare i bambini/e a scuola ecc;
d. Per
l'occupazione: Centri per l’ impiego, Agenzie di lavoro
interinale, sportello unico per l’ impiego sarà necessario
elencare anche quali tipi di servizi specifici o meglio con un’
attenzione specifica all’occupabilità delle donne;
e.
Centri donna, di risorse, di parità sono servizi spesso erogati
anche dall’ associazionismo.
Esempi di
tipologia di servizi che offrono:
• la
fornitura di informazioni e “mappe” per orientarsi sul territorio
alla ricerca di servizi, associazioni, iniziative utili
• la
distribuzione di materiali e documentazione utile per affrontare al
meglio le problematiche legate alle responsabilità familiari e
lavorative
• l’
informazione sulle legislazioni di parità, pari opportunità,
maternità, congedi parentali e conciliazione familiare
• l’
organizzazione di seminari e incontri dedicati ai padri
•
Iniziative e consulenze specialistiche sui bisogni di conciliazione
per chi si prende cura di bimbi e/o persone anziane
• Sono
anche un luogo di incontro per gruppi di donne e associazioni, con
uno spazio attento a bambine e bambini
f. Tempo
libero: servizi erogati da associazioni, associazioni sportive, enti
locali per differenti età. Occorre tenere presente le attività
commerciali, che non vanno censite, ma che, soprattutto riguardo il
sistema degli orari, possono venire incontro a bisogni di
conciliazione.
Come si
può ben notare, i servizi indicati in entrambi gli ambiti di ricerca
(progetto “Acrobate” e progetto “Il tempo delle donne”) come
direttamente o indirettamente utili alle strategie di conciliazione,
sono assai simili ed in parte di ripetono, investono molte sfere
della vita familiare e più ambiti di politiche pubbliche.
Le
dimensioni della conciliazione
Infine,
l’ISFOL – Unità Pari Opportunità, nel Febbraio 2004 ha
pubblicato la ricerca “Conciliazione fra vita lavorativa e vita
familiare. Integrazione delle politiche e problemi di valutazione”,
nella quale propone uno schema che mette bene in luce la complessità
delle politiche di conciliazione, indicando peraltro le azioni che
possono essere intraprese, dalle aziende e dall’ente pubblico, per
offrire alla cittadinanza servizi che contribuiscano concretamente a
strutturare le strategie di conciliazione.
Al centro
si trovano le donne, principalmente le donne occupate o in cerca di
occupazione, che devono far fronte ai tempi del lavoro, ai bisogni di
cura per sé e per la propria famiglia (in particolare figli e
genitori anziani). Nello schema vengono indicati non solo i bisogni
(la cura di sé, la cura degli altri), ma anche i servizi (asili,
scuole, ludoteche, strutture per anziani) o gli interventi
(riorganizzazione del lavoro, flessibilizzazione tempi di lavoro e di
apertura dei servizi pubblici e di cura, congedi formativi) che
possono sollevare la donne dai propri compiti, in modo da liberare
tempo e migliorare la propria qualità della vita; che permettono
loro di “incastrare” gli orari, acquisire informazioni e
conoscenza e far crescere competenze, in modo da offrir loro pari
opportunità di ingresso nel mondo del lavoro, rispetto agli uomini.
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