Voucher baby sitter, le italiane non li
usano, ma perché? Lo Stato dà un bonus alle madri per pagare una
baby sitter per il proprio figlio ma la burocrazia complessa e la
poca informazione fa si che questi soldi non vengano spesi dallo
stato.
La legge Fornero ha introdotto il
voucher in via sperimentale, per il triennio 2013 – 2015, e
consiste nella possibilità per la madre lavoratrice di richiedere,
al termine del congedo di maternità ed entro gli undici mesi
successivi, in alternativa al congedo parentale, voucher per
l’acquisto di servizi di baby sitting, ovvero un contributo per
fare fronte agli oneri della rete pubblica dei servizi per l’infanzia
o dei servizi privati accreditati, per un massimo di sei mesi.
[articolo 4, comma 24, lettera b) della legge 28 giugno 2012, n.92]
A chi spetta il Voucher baby sitter?
Le mamme alle quali spetta il voucher
sono:
• lavoratrici dipendenti;
• lavoratrici iscritte alla gestione
separata di cui all’art.2, comma 26, della legge 8 agosto 1995,
n.335, (ivi comprese le libere professioniste, che non risultino
iscritte ad altra forma previdenziale obbligatoria e non siano
pensionate, pertanto tenute al versamento della contribuzione in
misura piena), che si trovino in una delle seguenti condizioni:
• lavoratrici madri che, al momento
della domanda, siano ancora negli 11 mesi successivi alla conclusione
del periodo di congedo obbligatorio di maternità, e non abbiano
fruito ancora di tutto o parte del periodo di congedo parentale;
• o le gestanti, la cui data presunta
del parto è fissata entro i quattro mesi successivi alla scadenza
del bando per la presentazione della domanda.
La domanda può essere presentata anche
per più figli.
Il valore del buonus è di 300 euro al
mese per sei mesi, in tutto 1.800 euro; in alternativa alla fruizione
del congedo parentale, comportando conseguentemente la rinuncia dello
stesso da parte della lavoratrice. Ma l’anno scorso solo 3.762
domande sono arrivate all’Inps, su 11 mila donne per la quale il
voucher fu stanziato, per un totale di 20 milioni di euro.
Ci sono due forme di contributo,
alternative tra loro:
1 • contributo per far fronte agli
oneri della rete pubblica dei servizi per l’infanzia o dei servizi
privati accreditati;
2 • voucher per l’acquisto di
servizi di baby-sitting;
Nel primo caso viene erogato attraverso
pagamento diretto alla struttura scolastica prescelta dalla madre,
mentre nel secondo la madre ritira i voucher direttamente all’Inps
in formato cartaceo.
Per ottenere il Voucher baby sitter
bisogna presentare la domanda all’INPS in modo esclusivo attraverso
il canale WEB – servizi telematici accessibili direttamente dal
cittadino tramite PIN attraverso il portale dell’Istituto
(www.inps.it) attraverso il seguente percorso: Al servizio del
cittadino – Autenticazione con PIN – Invio domande di prestazioni
a sostegno del reddito – Voucher o contributo per l’acquisto dei
servizi per l’infanzia.
Per tutte le informazioni in merito
potete leggere il bando emesso dall’Inps.
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