«Da piccola creavo gli abiti delle mie bambole, cucirli diventava un momento di meditazione in cui sviluppavo la mia creatività e pensiero»
Arruffata-chic,
leather-geometrica, di fuoco nei tessuti e nello sguardo.
Avventuriere, classiche, sognanti, concrete, affabulanti… un muro
di bambole per dire «We are not just dolls» (non siamo solo
bambole). Le hanno realizzate una cinquantina di stilisti, 30
Artisti, 20 Associazioni, da Salvatore Ferragamo, Costume National,
Stella McCartney, Kristina Ti, Frankie Morello a Intervita e Donne in
rete, ad Arisa, Ivana Spagna, Syria, Malika Ayane. E oggi, 21 giugno
– solstizio d’estate, giorno della luce lunga in cui le
tradizioni traggono auspici per i raccolti futuri – a Milano (ore
16, via De Amicis 2) con l’inizio della Settimana della moda
maschile, inizia la costruzione di Wall of Dolls: performance,
messaggio tra etica ed estetica, ideato da Jo Squillo e sostenuto
dalla Camera della Moda.
Paradosso di
creatività, griffato da stilisti e artisti, per disegnare un
percorso lungo un anno (da oggi all’autunno 2015) in cui il muro
vuole abbattere i muri, gli stereotipi cancellare gli stereotipi. Il
messaggio è contro la violenza sulle donne. Ma soprattutto per nuovi
modelli di femminilità e mascolinità su cui ri-immaginare l’essere
donne e uomini.
Trecento
mamme-signorine-bellezze-bambine-figlie per 150 metri di rete sono
solo l’invito perché tutti portino le loro bambole. Non per
abbandonare i sogni, ma perché con il simbolo su cui si sono sempre
formati i modelli femminili, si ricostruiscano gli immaginari di
bambine e bambini, adulte e adulti. «Da piccola creavo gli abiti
delle mie bambole, cucirli diventava un momento di meditazione in cui
sviluppavo la mia creatività e pensiero», racconta Jo Squillo, la
conduttrice televisiva di una delle più storiche trasmissioni
dedicate alla moda che nella sua adolescenza-punk è stata anche
autrice e interprete di canzoni provocatorie come “Violentami” e
“Orrore”. «Le cantavo in minigonna inguinale… Le cantavo con
rabbia per rispondere a chi diceva ve la siete voluta… Sono passati
alcuni decenni e c’è ancora bisogno di dirlo. E allora
ridiciamolo, partendo dallo stile, dalla moda che incide per creare
tendenze». E, non a caso, da una giornata molto maschile.
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