domenica 20 dicembre 2015

A Natale regalate giocattoli, non stereotipi di Claudia Carotenuto

“Dal giorno in cui nascono i bambini sono circondati dai luoghi comuni . Ma è davvero così quando iniziano a giocare?”

Inizia così lo spot di U, una catena di negozi di giocattoli francese, che per promuovere il catalogo di quest’anno vuole che, almeno a Natale, i bambini siano liberi dai pregiudizi.
gender, bambini, natale
Il video inizia con una serie di interviste ad alcuni bimbi che raccontano la differenza tra uomo e donna, così come gli stata insegnata. «Alle femmine piace il rosa, ai maschi il blu» dice una bellissima bambina bionda vestita di rosa da capo a piedi.

«I papà non sanno come si crescono i bambini, vanno a lavoro e fanno i soldi», dice un’altra. E ancora: «i maschi giocano a calcio e con le pistole, le femmine hanno il set di tazzine per prendere il tè. Alle femmine piace la cucina, ai maschi i super eroi. Se il castello è rosa allora è per le femmine».

Poi lo spot si chiede: “è davvero così quando iniziano a giocare?” Gli stessi bambini vengono lasciati liberi in una specie di “paese dei balocchi”:una stanza enorme con tutti i tipi di giocattoli possibili. Ed è qui che arriva il bello. Ci sono femminucce che si precipitano sui trapani e le macchinine e maschietti che si divertono a fingere di cucinare.

“La catena U ha deciso di creare un catalogo di Natale libero dagli stereotipi sulla differenza di genere, dove non ci sono giocattoli per femmine e giocattoli per maschi. Ma solo giocattoli”, recita lo spot, “regalate ai vostri figli l’immagine di un mondo migliore, questo è il Natale”.

Questa è (oltre ad una intelligente strategia di marketing) una grande prova di umanità. Al di là del dibattito sul Gender (qualunque cosa significhi), al di là se sia giusto o sbagliato assecondare tendenze diverse da quelle stereotipate, qui si parla di bambini.

I bambini sono tutti uguali, sempre. Ci si sgola tanto per difendere i diritti dei bambini del terzo mondo, ammalati ed affamati, perché sono bambini come i nostri. Ma troppo spesso il terzo mondo siamo noi. Costringere, nel ventunesimo secolo i bambini a sottostare agli stereotipi del Medioevo è una cosa ridicola. Quando si nega ad un bambino un giocattolo solo perché “è un giocattolo da femmina, tu sei maschio” gli si fa una violenza enorme ed ingiustificata.

Che importa se quelle bigotte delle mamme degli altri bambini storcono il naso. Non importa se da grande quel bambino vorrà sposare un uomo oppure sarà uno chef stellato, che già da piccolo si cimentava con le cucine giocattolo. Importa il qui ed ora. E qui è Natale ed ora sono solo dei bambini.

Regalate loro quello che desiderano, non ve ne pentirete.

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