L'errore
di fondo sta tutto qui, o almeno sta qui nella società occidentale
contemporanea che ha fatto dell'istinto materno una sorta di replica
di Immacolata Concezione.
Le
mamme non sono sante donne votate per natura a stare dietro ai loro
figli: imparano a farlo e nella maggior parte dei casi questo le
riempie di una gioia talmente grande da rendere sopportabili la
stanchezza e la frustrazione che derivano dal rassegnarsi a diventare
per sempre schiave dei loro figli.
Le
mamme sono persone e le persone commettono errori incomprensibili ai
quali si cerca di dare una spiegazione per mettersi al riparo dalla
paura di commetterne uno analogo.
Così
finisce che un infanticidio diventa più sopportabile per tutte le
mamme del mondo se a commetterlo è stata una donna diversa: una
donna piena di problemi. Una malata. Una in cui è impossibile
identificarsi, una che è facile tenere mentalmente lontana da sé
mentre si stampa il bacio della buonanotte sulla fronte di una
diavoletto prepotente coi riccioli e la faccia da putto. Perché i
bambini, in fin dei conti, sono gli esseri più inconsapevolmente
prepotenti che esistano: sono il centro del loro mondo, è naturale
ed è giusto, ma non sempre è sopportabile. La tirannia del bisogno
è peggio di quella nordcoreana, le mamme lo sanno, anche se
difficilmente accetterebbero di ammetterlo, perché da ogni bisogno
che non riescono a soddisfare nasce un senso di colpa devastante.
E la
nostra società non le aiuta in alcun modo: sei diventata mamma?
Incastrati un'aureola sulla testa e lucidala ogni giorno, ma non
chiedere a noi il Sidol. Arrangiati. Del resto se sei mamma dentro di
te hai la soluzione ad ogni problema, anche a quel dolore che ti
accompagna da sempre, anche a quella rabbia che ti porti dentro fin
da quando sei venuta al mondo tu. Ora che sei mamma, anzi, hai
l'occasione del tuo riscatto.
Palle.
Palle
di una società antropocentrica e maschilista che si scrolla le
spalle davanti all'inevitabile peso della genitorialità e ne fa una
questione di istinto femminile. Perché quando un padre uccide un
figlio è solo un uomo violento, un barbaro osceno ma accettabile. Ci
sta, è nel conto delle cose: il maschio ammazza, la donna cura. E se
non lo fa è un mostro incomprensibile, inaccettabile.
Questa
mamma che sembra essere responsabile della morte di suo figlio, in un
paese in cui alla mamma hanno intitolato una canzone struggente e
infingarda, non ha trovato un solo tentativo di comprensione. Che è
vero che è difficile comprendere quello che non si può controllare,
quello che ipoteticamente potrebbe succedere ad ognuna di noi. Non
c'è stata comprensione nella narrazione del dolore di questa giovane
donna che a 17 anni si è ritrovata costretta in un ruolo che non
voleva interpretare. Da sola con un bambino da crescere e un marito
assente e una mamma, la sua, che anche oggi a distanza di anni la
dipinge come un diavolo con i capelli messi in piega. Chi ha aiutato
questa donna a imparare ad amare i suoi figli e il suo sfigatissimo
destino? Chi le ha spiegato che i bambini a una certa età
inizieranno a sfidare con perizia da cardiochirurgo la tua pazienza,
per testare i loro e i tuoi limiti? E chi l'ha aiutata a capire che
quella voglia di strozzare suo figlio, dopo l'ennesima sfida che le
ha lanciato, è naturale? Perché lo è. Lo è quando si è stanche e
i freni inibitori sono abbassati, quando si è sole e non si trova
nessuno a cui appoggiarsi, lo è perché le mamme non sono per niente
donne con l'aureola della pazienza e della santità.
La
differenza tra questa, ancora presunta, infanticida e i miliardi di
altre mamme sta nel fatto che lei avrebbe ceduto alla furia
animalesca che gli altri miliardi di mamme sanno (per fortuna)
controllare. Ma perdonate la sincerità: ostracizzarla, negandole
ancora una volta la possibilità di venire accolta, non preserverà
nessuna donna del mondo dal pericolo di perdere il controllo di sé e
trasformarsi in una mamma che ammazza suo figlio. Perché è
difficile da accettare, ma quel pericolo è reale e comune, ed è più
facile che si materializzi in una società in cui le donne o sono
sante o sono puttane. Comunque non sono mai semplici esseri umani.
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