lunedì 16 marzo 2015

“Esiste un insidioso complotto contro le donne”, il monito del Fondo Monetario Internazionale

Queste le parole dure di Christine Lagarde, una tra le donne più influenti al mondo e simbolo dell’emancipazione femminile, ex Ministro dell’Economia, dell’Industria e dell’Impiego della Francia e attualmente Direttore Generale del Fondo Monetario Internazionale (FMI), la quale denuncia l’esistenza di insidioso complotto ai danni di tutte le donne che ne impedisce la piena e paritaria partecipazione economica e sociale.
Prendendo spunto da uno degli ultimi studi del Fondo Monetario Internazionale sugli effetti economici del sessismo sull’economia, la Lagarde commenta sul suo blog:
“In troppi Paesi le restrizioni legali cospirano contro le donne per impedirci di essere economicamente attive. In un mondo che ha tanto bisogno di crescita,le donne possono dare un contributo, se solo hanno di fronte a sé delle pari opportunità e non una insidiosa congiura”.
Christine Lagarde
Christine Lagarde, una tra le donne più influenti al mondo e simbolo dell’emancipazione femminile, ex Ministro dell’Economia, dell’Industria e dell’Impiego della Francia e attualmente Direttore Generale del Fondo Monetario Internazionale (FMI)
Lo studio indica come in più di 40 nazioni si perde circa 15% della ricchezza potenziale per effetto delle discriminazioni contro le donne, per un totale di oltre 9mila miliardi di dollari a livello mondiale a causa di ingiuste restrizioni sul lavoro femminile.
Nessun Paese è immune da questa problematica, continua Lagarde:
“Quasi il 90% dei Paesi prevede almeno una restrizione importante sul piano legislativo, e alcuni ne hanno molte. Queste restrizioni possono andare dal permesso del marito richiesto alle donne per poter lavorare, alle leggi che impediscono alle donne l’accesso a determinate professioni. Altre limitano la possibilità delle donne di possedere qualcosa, o di ereditare, o chiedere un prestito”.
I paesi che privano le donne di opportunità s’impoveriscono
Lo studio dimostra l’esistenza di una relazione forte tra restrizioni giuridico-legali e partecipazione femminile al mercato del lavoro. Nella metà dei paesi presi in esame, quando sono state intraprese azioni volte a promuovere l’uguaglianza si è notato come il tasso di partecipazione femminile al lavoro è aumentato di almeno il 5 per cento nei successivi cinque anni.

Conclude la Lagarde : “Certamente c’è ancora tantissimo lavoro da fare, ma avere leggi più eque e paritarie è un punto da cui partire. Aiutando le donne a sviluppare il pieno potenziale economico, come conseguenza favoriremo anche la crescita, la prosperità e la stabilità del mondo intero”.

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