Queste
le parole dure di Christine Lagarde, una tra le donne più
influenti al mondo e simbolo dell’emancipazione femminile, ex
Ministro dell’Economia, dell’Industria e dell’Impiego della
Francia e attualmente Direttore Generale del Fondo Monetario
Internazionale (FMI), la quale denuncia l’esistenza di insidioso
complotto ai danni di tutte le donne che ne impedisce la piena e
paritaria partecipazione economica e sociale.
Prendendo
spunto da uno degli ultimi studi del Fondo Monetario Internazionale
sugli effetti economici del sessismo sull’economia, la Lagarde
commenta sul suo blog:
“In
troppi Paesi le restrizioni legali cospirano contro le donne per
impedirci di essere economicamente attive. In un mondo che ha tanto
bisogno di crescita,le donne possono dare un contributo, se solo
hanno di fronte a sé delle pari opportunità e non una insidiosa
congiura”.
Christine
Lagarde
Christine
Lagarde, una tra le donne più influenti al mondo e simbolo
dell’emancipazione femminile, ex Ministro dell’Economia,
dell’Industria e dell’Impiego della Francia e attualmente
Direttore Generale del Fondo Monetario Internazionale (FMI)
Lo
studio indica come in più di 40 nazioni si perde circa 15% della
ricchezza potenziale per effetto delle discriminazioni contro le
donne, per un totale di oltre 9mila miliardi di dollari a livello
mondiale a causa di ingiuste restrizioni sul lavoro femminile.
Nessun
Paese è immune da questa problematica, continua Lagarde:
“Quasi
il 90% dei Paesi prevede almeno una restrizione importante sul piano
legislativo, e alcuni ne hanno molte. Queste restrizioni possono
andare dal permesso del marito richiesto alle donne per poter
lavorare, alle leggi che impediscono alle donne l’accesso a
determinate professioni. Altre limitano la possibilità delle donne
di possedere qualcosa, o di ereditare, o chiedere un prestito”.
I
paesi che privano le donne di opportunità s’impoveriscono
Lo
studio dimostra l’esistenza di una relazione forte tra restrizioni
giuridico-legali e partecipazione femminile al mercato del lavoro.
Nella metà dei paesi presi in esame, quando sono state intraprese
azioni volte a promuovere l’uguaglianza si è notato come il tasso
di partecipazione femminile al lavoro è aumentato di almeno il 5 per
cento nei successivi cinque anni.
Conclude
la Lagarde : “Certamente c’è ancora tantissimo lavoro da fare,
ma avere leggi più eque e paritarie è un punto da cui partire.
Aiutando le donne a sviluppare il pieno potenziale economico, come
conseguenza favoriremo anche la crescita, la prosperità e la
stabilità del mondo intero”.
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