Manifestazioni ad
Abuja per la liberazione delle studentesse fatte prigioniere
dall’organizzazione. Il Presidente nigeriano: “Non vi assicuro di
riportarvele”
Nel primo
anniversario del rapimento di quasi 219 ragazze dalla scuola di
Chibok nello Stato nigeriano di Borno, Amnesty International stima
che siano in totale 2mila le donne, la maggioranza minori, ad essere
state sequestrate in 38 raid dai terroristi islamici, Boko Haram,
alleatisi ad Isis.
Questi i dati della
Ong mentre la Bbc riferisce che solo tre settimane fa sono state
viste vive oltre 50 delle 219 ragazze di Chibook ancora disperse e di
cui non si aveva traccia da mesi. Le altre, secondo Amnesty che cita
una fonte del comando dell’esercito di Abuja, sarebbero state
divise in tre o quattro gruppi e trattenute in diversi campi di Boko
Haram. Campi che si troverebbero sia nella foresta di Sambisa, sempre
nella loro roccaforte dello Stato nord-orientale di Borno, sia in
altri sulle sponde del lago Ciad, nelle montagne di Gorsi nel
confinante Camerun ed una settantina in Ciad.
La giovani
studentesse rapite la notte fra il 14 e il 15 aprile 2014 erano in
tutto 300, ma decine di loro riuscirono a fuggire e a mettersi in
salvo durante il sequestro. le altre, 219 appunto, sarebbero ancora
in mano ai loro aguzzini e per ora, i governi che si sono succeduti
nel Paese, non sono riusciti a intervenire in maniera determinante
per il destino delle ragazze.
«Farò tutto il
possibile ma non posso promettere che le troveremo e le riporteremo a
casa» ha detto il nuovo presidente della Nigeria, Muhammadu Buhari.
«Non sappiamo se le ragazze di Chibok possono essere salvate, la
loro posizione resta sconosciuta, per quanto io possa desiderarlo,
non posso promettere che le troveremo - ha affermato il capo di Stato
in una dichiarazione - Ma come dico a ogni familiare, parente e
amico, il mio governo farà tutto quello che è in suo potere per
riportarle a casa».
Il predecessore di
Buhari, Goodluck Jonathan, era stato duramente attaccato per
l’inerzia con la quale aveva affrontato il caso delle studentesse
rapite, promettendone vagamente il ritorno senza mai dare spiegazioni
o dettagli. Un approccio completamente diverso, invece, quello
dell’ex generale golpista musulmano che, dopo aver sconfitto
Jonathan nelle elezioni presidenziali di due settimane fa, ha
sottolineato la necessità di essere «onesti» rispetto al destino
delle ragazze.
Ma anche sulla lotta
a Boko Haram, Buhari ha voluto marcare la differenza
dall’amministrazione precedente, promettendo di «fare tutto il
possibile per sconfiggerli», ascoltando «la pena dei nostri
cittadini e rispondendo di conseguenza». Un’altra stoccata al
predecessore, accusato da più parti di aver ignorato a lungo la
minaccia dei terroristi islamici che imperversavano nel nord povero e
musulmano.
L’APPELLO DELLA
SCRITTRICE PREMIO NOBEL PER LA PACE MALALA
«Il governo
nigeriano e il mondo interno non hanno fatto abbastanza per tentare
di liberare le 219 liceali rapite un anno fa da Boko Haram».
L’appello è del Nobel per la Pace, Malala Yousafzai, che in una
lettera indirizzata ai teenager come lei in occasione
dell’anniversario del rapimento di Chibok ha insistito sul fatto
che i leader internazionali «non hanno fatto abbastanza per il
rilascio e io sono tra quelli che chiedono la liberazione per le mie
`coraggiose sorelle´».
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