Nel
terzo numero di Noidonne, nell'agosto del 1944, la redazione riporta
le gesta delle partigiane toscane, marchigiane e abruzzesi capaci di
ispirare tutte le donne, anche quelle dell'Italia già liberata.
Eroiche
nella lotta, tenaci nella ricostruzione.
Da
Firenze, liberata dagli eserciti alleati e dai patrioti itliani
giunge l’eco degli episodi di eroismo compiuti dalle donne durante
i giorni più duri di combattimento. Non meno coraggiose delle loro
sorelle fiorentine sono state le donne marchigiane ed abruzzesi,
durante l’occupazione tedesche.
Giovanette
semplici, modeste, ingenue e spensierate si sono trasformate in
combattenti magnifiche che hanno compiuto innumerevoli atti eroici
ognuno dei quali avrebbe potuto costare il sacrificio della giovane
vita. La guerra contro gli invasori tedeschi e contro i fascisti ha
rivelato, improvvisamente, il vero cuore della donna italiana, il
dolore, le sofferenze, i pericoli, hanno ritemprato il suo carattere,
le hanno dato una personalità, un’anima nuova. Sotto il nastrino
nero, che decine di migliaia di donne italiane portano oggi in segno
di lutto per i loro cari morti in guerra o fucilati dai tedeschi,
batte un cuore nuovo, un cuore di un essere che ha imparato
soffrendo, a pensare e ad agire.
La
donna italiana vuole conoscere la verità. Essa cerca affannosamente
chi la guidi per la giusta via, anche se questa sarà aspra e
difficile. Essa anela a conquistare la libertà e dove già la
possiede la difende con ardore conto chi gliela vorrebbe ritogliere.
La donna italiana non ha più paura. A Firenze essa esce da sola,
nelle strade buie, tra il crepito delle fucilate, per portare viveri
ed ordini ai patrioti che combattono con le armi in pugno. Per
contribuire a sconfiggere il nemico, le donne del popolo, le operai,
le studentesse di Firenze, di Livorno, di Grosseto, di Piombino,
degli Abbruzzi e delle Marche, che hanno disertato sempre le
organizzazioni fasciste, hanno sentito il bisogno di unire le loro
forze nella organizzazione popolare di tutte le donne, i “Comitati
di Difesa della donna e per l’aiuto dei Combattenti”.
Unite
si sentono invincibili, ed un sano sentimento di orgoglio per la loro
forza le aiuta a procedere nel difficile cammino tracciato. Il loro
esempio, che dilaga in tutta Italia, sveglia dal loro secolare
torpore le donne di Bari, di Cerignola, di Taranto e di Cosenza, di
Salerno e di Messina, di Girgenti e di Catania, le spinge ad unirsi
tutte, ad organizzarsi, per difendersi e per lottare.
La
guerra è finita in molte regioni di Italia, ma il nemico vinto e non
domo, cerca di raggruppare le sue forze, ordisce nell’ombra il
complotto per ritogliere al popolo le libertà conquistate, per
cercare di tornare il padrone. I grandi proprietari terrieri, i
finanzieri, gli industriali temono di dover restituire il denaro
rubato, voglio impedire che il popolo italiano viva in pace con gli
altri popoli in Europa liberata per sempre dal fascismo. Essi si
dispongono a preparare a voi, donne e mamme d’Italia, un altro
periodo di sofferenze e di lutti.
State
in guardia, donne italiane, insieme ai vostri uomini perché non si
tenti, prima di allora, di vincere la vostra volontà con la
violenza. State in guardia e per essere forti e invincibili unitevi,
dalle Alpi alla Sicilia, in ogni fabbrica e in ogni ufficio, nella
scuola e nella casa, in un fronte popolare che sappia respingere ogni
tentativo di assalto fascista, che sappia contribuire validamente a
ricostruire un’Italia libera, dove la donna avrà conquistato tutti
i diritti di cui le lotte di questi ultimi anni l’hanno resa degna.
Nessun commento:
Posta un commento