lunedì 27 aprile 2015

SAMANTHA CRISTOFORETTI, DONNE IN CARRIERA E CASALINGHE NELL’IMPERANTE MASCHILISMO ITALICO



Proprio qualche giorno fa raccontavo di vari tizi e dei loro discorsi sulle donne che devono stare a casa al posto di lavorare e non pretendere troppo dalla loro vita. Ad una donna basta essere moglie e madre, secondo le menti di questi illustri signori. In meno di 48 ore, ecco arrivare un esempio a testimonianza di quanto da me denunciato. La pillola è fornita da Camillo Langone, giornalista de Il Foglio, che forse qualcun* ricorderà per un “simpaticissimo” articolo che si intitolava: Togliete i libri alle donne: torneranno a far figli in cui scriveva:
“Io lo so ma l’ho tenuto per la fine dell’articolo perché non avevo fretta di farmi linciare. Ebbene, gli studi più recenti denunciano lo stretto legame tra scolarizzazione femminile e declino demografico. La Harvard Kennedy School of Government ha messo nero su bianco che «le donne con più educazione e più competenze sono più facilmente nubili rispetto a donne che non dispongono di quella educazione e di quelle competenze». E il ministro conservatore inglese David Willets, ha avuto il coraggio di far notare che «più istruzione superiore femminile» si traduce in «meno famiglie e meno figli». Il vero fattore fertilizzante è, quindi, la bassa scolarizzazione e se vogliamo riaprire qualche reparto maternità bisognerà risolversi a chiudere qualche facoltà. Così dicono i numeri: non prendetevela con me.”
Da questo articolo è passato un po’ di tempo e oggi torniamo a leggere delle considerazioni che, a me personalmente, fanno accapponare la pelle. Il soggetto della critica di Langone è Samantha Cristoforetti. Purtroppo è duro ingoiare che una donna sia eccezionale nello svolgere un lavoro che, stereotipo docet, viene considerato maschile. Ecco le sue parole:
“Dobbiamo fare più ricerca” dice Renzi in collegamento con l’astronauta Samantha Cristoforetti. Troppo giusto. Prego i ricercatori che usufruiranno dei prossimi finanziamenti renziani di rispondere a questa domanda: un nome adespoto come Samantha, la cui fortuna è in buona parte dovuta alla serie televisiva americana “Bewitched” (“Vita da strega”), socialmente parlando produce gli stessi effetti di un nome presente in calendario, con santo patrono e tradizione onomastica famigliare capace di collegare le diverse generazioni? Seconda domanda: portare ad esempio un’astronauta, ossia una donna che per lungo tempo vive lontana anzi lontanissima dal proprio uomo, è utile nel momento in cui sappiamo che la causa principale del presente declino economico è il declino demografico? (“Non ho figli, e per questo per me è meno difficile coniugare visita professionale con vita privata. I compromessi, a questi livelli, sono necessari” ha dichiarato Samantha).
casalingaSecondo le teorie di Langone, il calo demografico è causato da tutte le donne che dimenticano il loro ruolo di esseri riproduttivi studiando e andando a lavorare. Le donne, a quanto pare, non sono libere di scegliere la propria strada. Devono forzatamente assolvere al loro dovere che le identifica come dei soggetti portatori di utero e quindi utili ai soli fini riproduttivi. Le donne hanno un compito, un ruolo fondamentale, una cosa biologica alla quale non possono sottrarsi: fare figli.
Leggere queste boiate nel 2015 è davvero assurdo, sembra che abbiamo fatto un salto nel medioevo.
Io ci terrei a ricordare al signor Langone come attualmente l’Italia versi in delle condizioni pessime, le cronache quotidiane sono piene di dati e statistiche che dipingono un quadro non proprio florido. Il calo demografico non potrebbe, dico per dire, essere causato dal fatto che la disoccupazione regna sovrana? Che i giovani e le giovani siano costrett*, nonostante i mille sacrifici, a chiedere aiuto alle proprie famiglie? Che l’ indipendenza economica sia diventata ormai un privilegio? La causa di questo calo demografico è davvero causato dalle donne che vogliono scegliere cosa fare della propria vita? Non diciamo baggianate! Conosco personalmente coppie che vorrebbero avere dei figli ma non possono “permetterselo”, ormai anche essere genitore è un privilegio, perché non arrivano con i soldi a fine mese.
Ah! E non dimentichiamo, giusto per citare un dato che in questo periodo sta spopolando, che sono 42000 le donne che hanno perso il lavoro in Italia ( non considerando tutte quelle che lavorano in nero o che il lavoro lo cercano disperatamente e non lo hanno mai trovato). Ma diciamo la verità, a chi importa se 42000 donne hanno perso il lavoro? Bisognerebbe addirittura festeggiare perché magari qualcuna andrà a rimpinguare la popolazione italiana con qualche parto.
Perché non iniziamo invece, a prendere esempio, e magari anche a parlarne, da tutti quei paesi dove le donne sono libere di lavorare e avere quanti figli vogliono? Esistono luoghi fatati dove i padri possono avere i permessi di paternità per badare i propri figli e aiutare la propria compagna che potrà così continuare tranquillamente a lavorare.
Purtroppo credo che il vero problema, nella mentalità maschilista e misogina di chi formula i pensieri su citati, siano le donne determinate, intelligenti, indipendenti, consapevoli e autodeterminate. Poco importa il calo demografico. Quello che davvero spaventa è la donna che fa vacillare i ruoli che da sempre vengono imposti, ponendosi finalmente in modo paritario all’interno della società. La donna è consapevole di non volere più essere sottomessa all’uomo e di avere gli stessi diritti, e tutto ciò fa paura. Un essere umano ignorante è più facile da controllare, la boiata che la donna non istruita faccia più figli vendetela a qualcun’altr*. Perché non migliorare il sistema in cui viviamo e quindi permettere alle donne di lavorare e di essere madri, al posto di inneggiare all’ignoranza?
Avere in Italia una donna come Samantha Cristoforetti è un grande onore e privilegio e spero davvero che possa essere una fonte di ispirazione per tutte quelle donne che vogliono vivere la propria vita seguendo i propri sogni e non una strada costruita per loro fatta di doveri sociali da assolvere. E soprattutto, sperando di non cadere nell’assurdo, spererei davvero tanto di vivere in un paese dove le donne con delle aspirazioni e dei sogni, diversi da quelli dell’essere mogli e mamma, vengano viste con rispetto e ammirazione e che non siano ostracizzate e sminuite.
È incredibile la paura che ha seminato la Cristoforetti nei ranghi maschilisti con il proprio lavoro, la propria bravura e intelligenza. Di ciò già ne parlai tempo fa qui.

L’Italia è un paese per donne? No.


Nessun commento: