giovedì 25 settembre 2014

Una casa per over 65, dove vivere una menopausa rivoluzionaria

Su invito della rivista Twf, Thérèse Clerc ha presentato a Roma la “Casa delle streghe” che nella periferia di Parigi accoglie donne over 65 intenzionate a vivere insieme una vecchiaia attiva e ricca. E ha lanciato un appello per la creazione di strutture simili in Italia
“Il mio è un progetto per cambiare l’immagine della vecchiaia”: Con queste parole Thérèse Clerc, ottantacinquenne, madre di quattro figli e femminista piena di energia e sensualità ha presentato a Roma – in un incontro organizzato alla Casa delle Donne dalla rivista femmista Dwf (Donna Woman Femme) - la “Maison de Babayagas” (in italiano “La Casa delle Streghe) che ha fondato a Montreuil, nella periferia parigina, per ospitare 20 donne over 65 intenzionate a vivere insieme una terza età attiva e aperta alla collettività. “La nostra è una casa aperta, in cui le donne continuano a lavorare con la comunità del quartiere, dove vivono molti immigrati”, ha spiegato Clerc, “di qui l’idea della giovinezza”. Clerc, che ha fondato la casa in cui 20 donne vivono in piccoli appartamenti autonomi di 35 mq, dentro una struttura con molti spazi comuni e pagando una quota media di 420 euro al mese, ha spiegato come è riuscita a mettere in piedi un progetto tanto innovativo e ha lanciato un appello per la creazione di case simili anche in Italia.
“La Maison de Babayagas” è nata dopo una lotta di 10 anni”, ha spiegato Clerc che nel febbraio 2013 ha inaugurato la casa, dal costo di 4 milioni di euro, ottenuti per una metà dal comune di Montreuil e da altre istituzioni pubbliche e per l’altra metà attraverso un mutuo della banca che eroga prestiti per servizi pubblici “Caisse des Impots et Consignations”. Clerc ha spiegato che l’evento decisivo per il lancio del progetto della “Casa delle Streghe”, è stata l’estate del 2003, “quando la Francia è stata attraversata da un’ondata di caldo che ha provocato la morte di 15 mila anziani”. A quel punto Le Monde ha pubblicato un articolo sul progetto e questo ha agito da traino per le istituzioni. Ma l’iniziativa dell’attivista francese è basata sulla sua esperienza personale: “Quando ho assistito per cinque anni mia madre fino alla fine della sua vita è stata molto dura, avevo quattro figli, che si sposavano, soffrivano e divorziavano”, dice, “mi son detta che avrei fatto in modo che loro non dovessero vivere la stessa esperienza”.
L’attivismo sociale, oltre al pagamento della quota, è un elemento fondamentale per l’accesso alla Maison de Babayagas, perché considerato fondamentale per invecchiare bene: “Le femministe invecchiano meglio per il senso dato alla loro vita, cosa che garantisce una migliore salute mentale”, afferma Clerc. I quattro principi su cui si fonda la convivenza nella Maison sono: autogestione, solidarietà, cittadinanza ed ecologia: autogestione perché la casa è governata da un “Consiglio di amministrazione” eletto dalle abitanti; solidarietà e cittadinanza perché è una casa aperta al quartiere, dove organizza corsi di lingua e altre attività con i giovani e gli immigrati; ecologia perché è stata progettata per riutilizzare l’acqua piovana e recuperare l’energia attraverso i pannelli solari, mentre la spesa viene ordinata dai contadini del territorio.

Al momento in diversi paesi si stanno progettando nuove “Maison de Babayagas”, oltre che in Francia, anche in Canada e Germania. E insieme a Thérèse Clerc l’idea è approdata anche in Italia.  

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