Amy,
una bimba inglese di nove anni, è stata di recente ad un festival
estivo per la gioventù, dove ha visto alcune dimostrazioni di Bmx
(Ndt. la sigla sta per “Bicycle Motocross”. Le bici da cross sono
diverse dall’usuale per struttura, peso e dimensioni).
Ha
quindi deciso che voleva una Bmx per il suo compleanno e la madre
l’ha portata a dare un’occhiata a quelle disponibili in negozio.
Le due sono state avvicinate da una commessa non appena hanno messo
piede nella sezione per bambini. Dando un’occhiata ai lunghi
capelli biondi di Amy, la commessa le ha dirottate immediatamente
nell’angolo a colori caramellati del reparto.
Là
c’era una sola Bmx “per femminucce”, nera e rosa acceso. Amy
l’ha guardata ed è tornata a passo svelto dall’altra parte.
“Penso che queste mi piacciano di più”, ha detto.
La
commessa non si è arresa: “Queste sono biciclette da maschi,
tesoro. Non preferiresti una bici da femmine?” Ho amato la risposta
di Amy: ha fissato la commessa con uno sguardo interrogativo e
beffardo al tempo stesso, una specialità da “novenni”, e ha
detto: “Cosa importa?”
La
mamma di Amy ha fatto un veloce confronto fra le biciclette per
bambine e quelle per bambini. Per lo stesso prezzo, molte di quelle
per maschi avevano funzionalità e componenti migliori delle altre:
forcelle con sospensioni e ingranaggi, per esempio. Le biciclette per
bambine si concentravano invece sull’apparenza e il comfort –
sellini più larghi, canna più bassa e colori pastello con cascate
di motivi floreali, e accessori come cestini, stelle filanti e
copri-manubri a lustrini. Gli abiti e gli oggetti relativi al cross
in bicicletta per bambine erano per la maggior parte rosa, con
occasionali flash di bianco e porpora, e – di nuovo – si
concentravano sull’essere graziosi anziché sull’avere una
funzione.
Secondo
i rivenditori, alla fine, i maschietti sono rudi e disordinati,
guideranno le loro bici nel fango e il loro set di accessori dovrà
essere lavato spesso dalle madri, mentre le femminucce faranno
giretti oziosi, con le loro bambole nel cestino frontale. Se
l’industria vuole davvero sostenere il ciclismo femminile, deve
fare lo sforzo di andare oltre i sellini color gelatina e gli aggeggi
in sfumature di rosa e pastello. Le bambine devono sapere che va bene
sporcarsi e che c’è abbastanza detersivo al mondo per lavare le
loro cose e quelle dei loro fratellini. Devono sapere che saranno le
benvenute in qualsiasi associazione o club di ciclismo e che sono
libere di scegliere qualsiasi disciplina vogliano apprendere o in cui
vogliano competere.
Mi
chiedo quante Amy ci siano che non hanno l’assertività o il
sostegno necessari a dire al mondo che non vogliono essere inzuppate
di rosa. Mi chiedo quante Amy, anziché avere quel che realmente
volevano e che rifletteva ciò che erano, hanno finito per avere una
bicicletta o altri oggetti – e invero a fare scelte – perché gli
si è detto che quelle cose o quelle scelte dovevano piacere loro, e
loro non volevano essere giudicate negativamente come differenti.
Sono
felice però di ragguagliarvi sul fatto che Amy ha la sua nuova Bmx
verde e blu – non dirò “smagliante”, perché lei sta passando
così tanto tempo al parco per ciclisti locale che probabilmente
“smagliante” non lo è più… Amy ha anche imparato ad usare la
lavatrice.
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