Lo
studio dello spazio è da sempre sinonimo di evoluzione dell’uomo.
Le grandi conquiste dell’Universo che ci circonda, come da ultimo
il raggiungimento di Marte da parte della sonda indiana Mangalayaan,
rappresentano l’avanzamento progressivo della conoscenza umana, che
non pare però ancora orientato verso la parità di genere. Lo Space
Telescope Science Institute, che sovraintende alle operazioni del
famoso telescopio Hubble, ha recentemente condotto un’approfondita
ricerca su diversi cicli di proposte di osservazione rivolte
all’Istituto e il risultato ha suscitato un’evidente interesse
della comunità scientifica, e non solo, al punto che lo studio verrà
prossimamente pubblicato sulla prestigiosa rivista Publications of
the Astronomical Society of the Pacific.
La
ricerca, che ha avuto inizio due anni fa, si è concentrata
precisamente sulle richieste di osservazione attraverso il telescopio
Hubble, il quale è a disposizione della comunità scientifica
internazionale.
Per
uno scienziato poter accedere all’Hubble Space Telescope
rappresenta un successo importante, non solo per poter procedere con
la propria ricerca, ma anche perché si tratta di un privilegio
concesso a pochi scienziati. È stato calcolato, infatti, che tre
quarti delle proposte ricevute dallo Space Telescope Science
Institute sono state rifiutate. Tuttavia, la ricerca ha dimostrato
che la maggior parte di queste erano state presentate da team
scientifici guidati da donne. Un dato di fatto che ha portato a
concludere che le richieste avanzate da scienziati di genere maschile
risultano avere una percentuale di successo molto più elevata.
La
ricerca è stata condotta prendendo in esame il tempo di osservazione
del telescopio, il quale è comunemente diviso in cicli, la cui
durata tipica è di un anno. Dopo ventiquattro anni dal suo lancio
nello spazio, il telescopio è ora al suo ventunesimo ciclo di
osservazione. Nello specifico, sono stati analizzati i cicli di
osservazione dal numero 11 al numero 20, ovvero il periodo di tempo
compreso tra il novembre 2001 e il maggio 2012, durante il quale lo
Space Telescope Science Institute ha ricevuto più di 9.400 proposte.
Queste sono state prima revisionate manualmente e poi categorizzate
sulla base del genere dello scienziato sponsorizzatore della
richiesta.
I
dati statistici hanno mostrato una media di successo delle richieste
promosse da uno scienziato di genere maschile pari al 23,5%, a fronte
di un 18,1% nel caso di proposte con un team leader donna,
raggiungendo picchi di insuccesso dell’11%-9% e in alcuni casi
anche dell’1,5%-2.2%.
«Si
potrebbe cercare di spiegare quest’effetto come semplici
campionature statistiche, ma ciò accade ogni anno» ha affermato
Neil Reid, scienziato a capo della ricerca. «Si tratta di un effetto
sistematico, di sicuro maggiormente presente nelle proposte più
datate. Più ci si avvicina al tempo attuale più si coglie un
avvicinamento delle percentuali di successo tra donne e uomini».
«Un
risultato in ogni caso inquietante» ha commentato l’astronoma
della Yale University Meg Urry, la quale per ben sette anni è stata
alla guida della commissione dello Space Telescope Science Institute
che ha il compito di pronunciarsi in merito alle proposte di
osservazione. «Da parte mia ho lottato molto perché la commissione
stessa fosse composta da donne. Si tratta di una discriminazione
sottile da percepire, ma i bias sono senza dubbio presenti».
Attualmente
gli scienziati possiedono solo dati e nessuna informazione a riguardo
delle cause di tale disparità. Per questo motivo l’istituto ha
deciso di proseguire nella ricerca, richiedendo anche il contributo
dei sociologi che si occupano di bias di genere.
Nel
frattempo lo Space Telescope Science Institute ha precisato che sono
state modificate le procedure relative alle proposte di osservazione,
il cui format non prevede più l’indicazione del nome dello
scienziato sponsorizzatore della ricerca, sostituito da semplici
iniziali, così da neutralizzare almeno in una prima fase i rischi
derivanti dalle differenze di genere.
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