Ho
voluto attendere qualche giorno prima di intervenire sulla sentenza
della Cassazione che non esclude la possibilità di applicare
l’attenuante di minore gravità ad un marito che ha più volte
stuprato la consorte. Ho cercato di far passare la rabbia del momento
e di ragionare a freddo prima di commentare una notizia che arriva a
pochi giorni dall’entrata in vigore della Convenzione di Istanbul
sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle
donne e la violenza domestica e che va in senso diametralmente
opposto a quanto questa stabilisce.
La
rabbia non è passata. Anzi è cresciuta pensando ad altre sentenze
che ci sono state in passato quando le vittime dello stupro erano
considerate sempre un po’ colpevoli, quando si diceva che in fondo
se l’erano cercata, quando molte, moltissime donne venivano
violentate e umiliate una seconda volta nel dover affrontare il
processo contro il loro aguzzino.
E mi
è ritornata in mente la sentenza molto più recente della corte
d’Appello di Catanzaro che nel dicembre scorso ha annullato il
processo contro un uomo di 60 anni trovato a letto con una bambina di
11 anni che gli era stata assegnata in tutela dai servizi sociali,
perché non è stata esaminata l’ipotesi dell’attenuante
dell’accondiscendenza della vittima, in “relazione d’amore”,
con l’imputato.
Attenuanti
perché l’uomo era innamorato della bambina. Attenuanti perché il
marito era ubriaco. Attenuanti perché la donna fino a un attimo
prima aveva lasciato intendere che ci stava. Attenuanti perché la
vittima non si è difesa abbastanza.
Basta.
Bisogna dire, urlare, affermare una volta per tutte che uno stupro
non può avere attenuanti. MAI.
Nella
legge contro il femminicidio, approvata lo scorso ottobre, si parla
di un piano anti violenza basato sulla prevenzione che prevede
formazione nelle scuole, tra le forze dell’ordine, nell’apparato
sanitario. Il piano lo stiamo ancora aspettando e la mancanza di una
ministra con le deleghe alle Pari opportunità, più volte richiesta
al presidente Renzi, di certo non aiuta.
E’
certo però che nella formazione andrebbero inclusi anche certi
giudici le cui sentenze sono a dir poco vergognose.
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