Finiscono
in tempo. Con 110 e lode. Più spesso dei loro coetanei. Ma escono
sconfitte nell'occupazione: più disoccupate, oppure impiegate in
mansioni che non richiedono un titolo di studio. Un nuovo rapporto
fotografa la disparità di genere dopo l'Università. Ancora forte
Voto
di laurea: 110 e lode.
Frequenza: costante.
Scelta: per passione.
«Ma
svolgi una mansione adeguata al tuo titolo?».
Il 46,4 per cento
delle ragazze ha risposto di no. E per il 38 per cento il no riguarda
qualsiasi vaga coerenza con gli studi affrontati. Sono alcuni dei
risultati del rapporto "Bachelor" sulle laureate italiane.
Mille interviste, in tutto il paese, in diverse facoltà, sul
rapporto fra università, interessi e lavoro. Le risposte fotografano
un ritardo che non riusciamo a colmare: le giovani universitarie
hanno meno possibilità dei loro coetanei maschi, nonostante i
risultati siano mediamente migliori.
Il
41,6 per cento delle ventenni intervistate infatti ha preso 110 e
lode come voto finale. Fra i maschi la percentuale è di dieci punti
inferiore. Ma a questo non corrisponde maggior successo nel difficile
mondo del lavoro di oggi.
La disoccupazione infatti colpisce le
giovani più loro dei compagni: una ragazza su due fra quelle
residenti al Sud è senza impiego.
Al Centro il 28,7 per cento delle
laureate contattate è senza stipendio a un anno dalla fine degli
studi. Per i laureati la percentuale è del 12,7.
Così al Nord: 13,2
contro 12 per cento. E anche quando un lavoro c'è spesso non ha
nulla a che fare con gli esami superati con lode: solo per un terzo
dei giovani (meno per le compagne di classe) il posto occupato
valorizza la fatica di cinque anni in facoltà.
Altri
dati emergono dal rapporto di Bachelor, una multinazionale italiana
che si occupa di ricerca e selezione di talenti per le aziende; che
la differenza di genere riguarda ancora alcuni indirizzi (35 su cento
le donne nell'area umanistica, contro gli 11 uomini, e l'inverso in
Ingegneria: 4,6 quote rosa su 22,5 matricole maschili) ma non tutti:
legge, economia, architettura e tutta l'area scientifica sono ormai
in quasi parità. E che nella scelta dell'indirizzo di studio per le
ragazze conta più il proprio interesse dei consigli altrui: i maschi
intervistati hanno dichiarato di aver seguito i suggerimenti di
professori e parenti con più costanza rispetto alle colleghe.
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