Poughkeepsie,
New York 1907 - Farley Farm House 1977
Lee
Miller ha occupato, negli ambiti che ha attraversato, posizioni per
così dire opposte: tanto da essere allo stesso tempo protagonista di
primo piano e personaggio defilato del suo tempo, esaltata e allo
stesso tempo celata da chi lavorava con lei, modella e fotografa.
Nasce
a Poughkeepsie, nello stato di New York, in una famiglia borghese; il
padre, inventore, ha un interesse particolare per la fotografia e ben
presto sceglie la figlia come modella per i suoi scatti, oltre ad
introdurla ai segreti della ripresa e del laboratorio.
A
soli 7 anni subisce uno stupro da parte di un amico di famiglia.
A 19
anni, attraversando una via di New York, Condé Nast in persona, il
fondatore del colosso editoriale proprietario di «Vogue» e «Vanity
Fair», nota la sua bellezza e frena l’automobile su cui viaggia.
Lee Miller diventa una fotomodella di «Vogue». È fotografata da
Edward Steichen, il più noto ritrattista del tempo e fotografo capo
di «Vogue» e «Vanity Fair», da Heunyngen-Heune e Arnold Genthe.
Il volto di Lee si affaccia dalle copertine delle riviste per
signore. È tra le più famose ed apprezzate fotomodelle, la sua
bellezza non passa inosservata. Nel 1928 è coinvolta in uno scandalo
commerciale: un suo ritratto a figura intera, scattato da Steichen, è
utilizzato per una pubblicità di assorbenti femminili. È la prima
volta che l’immagine di una donna è associata ad un prodotto così
intimo e le proteste non passano inosservate. Neanche Lee
inizialmente approverà la scelta di Steichen, ma poi si ricrederà
andando fiera di aver contribuito ad abbattere un tabù tra i più
radicati nella società.
Nel
1929 si trasferisce in Europa: a Roma e Firenze studia l’arte e la
sua storia, a Parigi è modella per la redazione di «Vogue» Francia
e vive nella città culturalmente più vivace di quegli anni.
Frequenta il mondo della moda e degli artisti; è fotografata e
fotografa lei stessa. Ha un proprio studio, partecipa a mostre, posa
come fotomodella per Man Ray e ben presto diventa la sua musa, la sua
assistente, la sua amante. È con Lee Miller che Man Ray sperimenta e
mette a punto il processo di solarizzazione della stampa fotografica;
lo aiuta posando per lui e assistendolo in laboratorio. Si pensa che
diverse delle solarizzazioni firmate Man Ray siano state
effettivamente realizzate da Lee. Nel frattempo conosce Aziz Eloui
Bey, un ricco egiziano. La relazione con Man Ray si interrompe nel
1932. Lee torna a New York ed apre un suo studio.
Ritrattista
di grande successo, nel 1934 decide di chiudere l’atelier per
sposarsi con Aziz Eloui Bey, e si trasferisce a Il Cairo; fotografa
il deserto e le rovine dell’antico Egitto in uno stile fotografico
che alterna fotogiornalismo e suggestioni accademiche. Durante un
viaggio a Parigi nel 1937 conosce Roland Penrose. Iniziano a lavorare
insieme in Grecia e Romania e il sodalizio diventa anche una
relazione d’amore. Nel 1939 Lee lascia l’Egitto e si trasferisce
a Londra poco prima dello scoppio della seconda guerra mondiale.
Malgrado
gli inviti del governo americano a rientrare in patria Miller decide
di restare a Londra con Penrose; riesce ad essere accreditata da
«Vogue» come corrispondente di guerra. Inizia per lei una nuova
epoca. Lei e Margaret Bourke-White, anche se non lavoreranno mai
insieme, saranno le uniche donne accreditate presso l’esercito
degli Stati Uniti come corrispondenti di guerra. Lee Miller non avrà
la temerarietà e le ambizioni di Margaret, ma restituirà un’altra
prospettiva femminile del fronte di guerra. Se fino al 1944
fotograferà Londra, le incursioni e i bombardamenti sull’Inghilterra
del sud, dopo lo sbarco in Normandia arriverà in Francia e seguirà
le truppe nell’avanzata verso Parigi e Berlino. La battaglia di St.
Malo, l’ Alsazia, l’incontro a Turgau tra americani e russi.
Fotograferà Monaco, Vienna, l’Ungheria. Lavorerà in team con
David Scherman, fotoreporter di «Life»: insieme affronteranno
battaglie e liberazioni. Lee Miller fotograferà l’entrata degli
Alleati nel campo di Dachau e sarà fotografata da Scherman mentre si
lava nella vasca del bagno privato di Hitler.
La
guerra sarà un’esperienza che la segnerà pesantemente. Continuerà
a fotografare ancora per un paio di anni per «Vogue», ma la
depressione post bellica e l’alcool pare abbiano la meglio sulla
sua volontà. Sarà con l’aiuto di Penrose e dei vecchi amici
surrealisti, primi tra tutti Man Ray, che riuscirà ad uscirne. Nel
1947, in attesa di un figlio, divorzia da Aziz Eloui e sposa Penrose.
Con lui pubblicherà le biografie di Picasso, Mirò, Tapies, Man Ray,
tutte corredate da sue fotografie. Continua a fotografare e scrivere
per «Vogue»: ritratti, arte, moda. Nel 1955 sarà chiamata da
Steichen per la mostra collettiva The Family of Man.
Il
suo ricordo rimarrà per sempre legato agli anni della sua gioventù,
quando era tra le più belle e apprezzate fotomodelle. Nel 1977
morirà a Farley Farm House, nel Sussex, nella casa comprata con
Penrose nel 1949, meta e punto di riferimento per tanti artisti.
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