Mettiamo
al centro i diritti delle circa 250 milioni di ragazze che oggi
vivono in povertà e nell’impossibilità di desiderare e immaginare
il loro futuro
Sono
circa 250 milioni le ragazze che vivono in povertà in tutto il
mondo; 14 milioni di adolescenti partoriscono ogni anno nei Paesi in
via di sviluppo; 4 milioni le madri adolescenti ogni anno in India e
con il loro conseguente abbandono scolastico il paese perde 383
miliardi di dollari di reddito potenziale; 3,4 miliardi di dollari –
un aumento quasi del 10% – è il reddito nazionale a cui potrebbe
arrivare il Kenya se tutte le ragazze (1,6 milioni) completassero la
scuola secondaria e le 220.000 madri adolescenti ritardassero la
gravidanza.
Queste
sono solo alcune delle cifre che saranno presentate oggi a Roma
(Camera dei deputati, ore 17) da Aidos, Associazione italiana donne
per lo sviluppo, e il Gruppo di lavoro parlamentare Salute Globale e
diritti delle donne. Soprattutto sarà annunciata in anteprima
italiana la The Girl Declaration, nata nell’ambito del progetto
European Alliance for Girls, realizzato fra gli altri da Aidos. Un
documento importante nel quale ci sono quattro parole chiave:
istruzione, salute, sicurezza – anche economica – e cittadinanza.
Istruzione,
perché le adolescenti devono raggiungere l’età adulta con
competenze e conoscenze adeguate per partecipare pienamente alla vita
economica, sociale e culturale della propria comunità e del Paese di
riferimento; Salute perché le ragazze devono avere accesso a
informazioni e servizi affidabili, appropriati all’età, che
includano l’educazione sessuale e la salute sessuale e
riproduttiva, affinché si riduca il numero di gravidanze precoci e
l’utilizzo di pratiche tradizionali dannose, incluse le mutilazioni
dei genitali femminili; Sicurezza perché le giovani donne devono
essere libere da violenza e sfruttamento, essere tutelate dalle leggi
vigenti, da sistemi di protezione efficaci ed adeguatamente
finanziati e infine dalle loro comunità di riferimento; ma devono
anche sapere come costruire e proteggere le proprie risorse
economiche e diventare adulte con le competenze necessarie, comprese
quelle tecniche e professionali, per avere un reddito sicuro e
produttivo. Governi, comunità e settore privato devono rispettare e
sostenere i diritti economici delle ragazze; Cittadinanza, perché le
donne giovani devono avere parità di accesso a servizi, opportunità,
diritti legali e libertà personale, per essere in grado di
partecipare pienamente come cittadine alla vita delle comunità e dei
paesi in cui vivono.
«In
tempi di grande recrudescenza dei fondamentalismi, il messaggio della
Girl Declaration risveglia la consapevolezza globale sulla necessità
di agire quotidianamente affinché non ci troviamo, come è successo
molto spesso in questo ultimo anno, a far fronte a lutti e emergenze
a cui non si può rimediare», sostiene Bianca Pomeranzi,
rappresentante italiana all’Onu per il Comitato per l’eliminazione
di ogni forma di discriminazione contro le donne (Cedaw). «I numeri
delle spose bambine, delle forme di mutilazioni genitali più nocive,
della violenza sessuale sulle bambine e sulle ragazze non sono che la
punta dell’iceberg di discriminazioni quotidiane subite da
adolescenti che hanno solo la colpa di essere nate in un corpo
femminile – prosegue Pomeranzi – L’impegno a fare
dell’educazione, della salute, dei diritti riproduttivi, della
sicurezza e della libertà di scegliere la propria vita, una realtà
per le adolescenti e le donne di tutto il mondo è al centro
dell’azione della Cedaw che si appresta a lanciare nuove
“raccomandazioni generali contro le pratiche nocive”, per
ricordare a tutti i 198 stati che aderiscono alla Convenzione il
dovere di proteggere i diritti umani delle bambine e delle donne.
Diffondere il messaggio della Girl Declaration è dunque, una grande
opportunità per fare in modo che nella prossima Agenda dello
Sviluppo Post 2015 le istituzioni e la società civile non accettino
che differenze culturali ed etniche siano causa di discriminazioni
inaccettabili».
Poiché
il ruolo cruciale che le ragazze possono svolgere nel mondo è stato
ignorato dai precedenti Obiettivi di Sviluppo del Millennio, per
evitare che riaccada è stata scritta la Girl Declaration: non è più
possibile, dicono le promotrici, sottovalutare l’azione svolta
dalle donne per migliorare e trasformare le comunità, le società e
l’economia dei propri paesi. È necessario, e non più
procrastinabile, mettere al centro delle politiche dello sviluppo
l’empowerment e i diritti delle circa 250 milioni di ragazze che
oggi vivono in povertà e nell’impossibilità di desiderare e
immaginare il loro futuro.
Nessun commento:
Posta un commento