Secondo
vari esperti ed istituti di ricerca, nel nostro Paese la mancanza di
programmi di educazione sessuale nelle scuole genera scarsa
consapevolezza del proprio corpo e dell'affettività. E dalla scarsa
confidenza tra le coppie etero derivano vaginismo, anorgasmia e
matrimoni bianchi
Le
giovani donne italiane sono poco consapevoli della propria sessualità
e del proprio corpo. In questo non si differenziano dalle inglesi
che, secondo una ricerca di The Eve Appeal, non sanno esattamente
dove si trovi la propria vagina. “Contrariamente all’immagine che
viene diffusa di ragazzine intraprendenti e aggressive, la maggior
parte delle adolescenti di oggi ha scarsa coscienza di sé a livello
fisico – spiega Mario Puiatti, presidente dell’Associazione
italiana per l’educazione demografica (Aied). – Si tratta di un
ritorno indietro nel tempo. Esaurita la spinta femminista degli anni
Settanta, che aveva fatto della sessualità un cavallo di battaglia,
la mancanza di un programma educativo nelle scuole si fa sentire.
Restano soltanto le famiglie a parlare ai giovani di sesso ma, a
causa dei molti tabù anche legati all’educazione cattolica, le
informazioni vengono date poco e male. Il risultato è che pur
vivendo nell’epoca della pornografia diffusa le giovani donne, così
come i giovani uomini, sono parecchio ignoranti”.
Secondo
una ricerca della Società italiana di ginecologia ed ostetricia
(Sigo) soltanto il 30% delle italiane under 25 ha ricevuto
informazioni corrette, da medici e insegnanti, riguardo alla
sessualità. Il 42% del campione analizzato non ha usato alcuna
protezione contraccettiva durante il primo rapporto sessuale. Questo
dato va messo in relazione con l’aumento delle malattie
sessualmente trasmissibili che in 2 casi su 3 si presentano proprio
negli under 25. Le ragazze sono particolarmente vulnerabili a questa
età sia per fattori ormonali sia per una maggiore fragilità del
tessuto che riveste il collo dell’utero, meno resistente e più
permeabile ai germi aggressori. Da un convegno della Società europea
di contraccezione (Esc) emerge inoltre che resistono una serie di
credenze che vengono diffuse anche tramite internet: il 30% delle
adolescenti crede che il coito interrotto sia un metodo
contraccettivo e il 7% pensa che i lavaggi con la Coca-cola possano
funzionare come spermicida.
Elisabetta
Todaro, psicologa dello staff dell’Istituto di sessuologia clinica
(Isc), si occupa di educazione nelle scuole e dice che “il livello
di ignoranza è incredibile. Chiediamo agli studenti di raffigurare
la zona riproduttiva femminile con un disegno e quasi tutti fanno tre
linee incrociate, senza considerare né il taglio delle varie parti
né gli organi interni. Sono gli istituti a chiamarmi perché
l’educazione si rivela il modo migliore per affrontare una serie di
problemi che includono anche la violenza. Durante gli incontri
fornisco spiegazioni sui metodi contraccettivi, sull’affettività,
su quello che si condivide durante un rapporto”.
Secondo
Todaro l’immagine che i ragazzi e le ragazze hanno della sessualità
è distorta: gli adolescenti maschi, per esempio, credono che alle
teenager importi soltanto la qualità della prestazione e sono
preoccupati in modo ossessivo delle dimensioni dei genitali. “Senza
contare che se un ragazzo ha avuto molte partner è ben considerato
mentre lo stesso non vale per una ragazza”.
Nel
chiuso delle coppie eterosessuali l’ignoranza e la scarsa
confidenza creano una serie di problemi. Tra questi il cosiddetto
vaginismo. “Una situazione sempre più diffusa tra le pazienti –
spiega Adele Fabrizi psiecoterapeuta dell’Isc – che, a causa
della mancanza di consapevolezza dei propri genitali e
dell’elasticità della vagina, hanno paura di provare dolore
durante il rapporto di penetrazione. Assistiamo così a un aumento
dei matrimoni bianchi: persone che stanno insieme da anni e che non
riescono ad avere figli pur desiderandoli”. Frequente è anche
l’anorgasmia. “Vige la credenza che esistano due tipi di orgasmo,
quello vaginale e clitorideo, mentre invece ce n’è uno solo ed è
dato dalla stimolazione dell’organo propulsore femminile che è la
clitoride. Falsi miti – conclude Fabrizi – che si possono
combattere solo con la corretta informazione e l’educazione”.
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