Non
c'è niente di sbagliato se donne o uomini famosi fanno propaganda al
femminismo, ma queste ambasciatrici e questi ambasciatori del
"marchio" sono una porta verso il femminismo, non il
movimento stesso.
Recentemente,
una giovane donna mi ha chiesto come potremmo rendere il femminismo
più accessibile agli uomini.
Le ho detto che non mi importa di
rendere il femminismo più accessibile agli uomini.
In verità, non
mi importa di rendere il femminismo più accessibile a nessuno.
Quello
che mi interessa è fare in modo che le libertà di cui gli uomini
godono liberamente diventino completamente accessibili alle donne, e
se gli uomini - o le celebrità - che si proclamano femministi sono
diventati il cucchiaino di zucchero per mandare giù la pillola, che
sia.
Mi
infastidisce, tuttavia, che si sia disposti ad abbracciare il
femminismo o i messaggi femministi con più facilità solo quando
vengono consegnati nel pacchetto giusto – che spesso include:
giovinezza, un particolare tipo di bellezza, la fama e/o
l’autoironia.
Trovo frustrante che l'idea stessa che le donne
godano degli stessi diritti inalienabili degli uomini sia così poco
attraente da necessitare che la persona che rivendica tali diritti
debba incarnare gli stessi standard che noi abbiamo messo in
discussione.
E’ esasperante che ci sia bisogno di ambasciatori del
marchio e testimonial per rendere il mondo un luogo più giusto...
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