Nell’agosto 1997,
in Germania, una giovane donna di 18anni fu arsa viva dal padre
perché aveva rifiutato di sposare l’uomo che ilpadre aveva scelto
per lei. Il tribunale tedesco riconobbe al padre delleattenuanti
poiché, disse, “egli stava praticando la propria cultura e
lapropria religione”.
In Iran, le donne e
le fanciulle sono forzate a portare il velo sotto la minaccia della
prigione e della frusta, e i relativisti culturali dicono che questa
“è la loro religione, e va rispettata”. Il Ministro degli Esteri
olandese ha affermato che le prigioni iraniane sono“soddisfacenti,
per gli standard del terzo mondo”, ed ha forzato il ritorno
inpatria di coloro che cercavano asilo.
Il relativismo
culturale serve a questi crimini.Legittima e mantiene situazioni
incivili. Esso dice che i diritti umani diqualcuno nato in Iran, Iraq
o Afghanistan sono differenti da quelli di chi ènato negli USA, in
Canada o in Svezia. I relativisti culturali dicono che lasocietà
iraniana è musulmana, implicando che le persone hanno scelto di
viverenel modo in cui sono costrette. E’ come se non ci fossero
differenze nelle fediin Iran, nessuna lotta, nessun comunista, nessun
socialista, e nessuno che amila libertà. E se è così, perché
150.000 persone sono state mandate a morte peressersi opposte alla
Repubblica Islamica dell’Iran? Se essa esprime totalmentela cultura
e la religione di una società, perché il regime islamico
hanecessità di usare mezzi così estesi di repressione?
Se questo è ciò in
cui la gente crede, perché ilregime controlla le loro vite private,
dalle loro attività sessuali a ciò chevedono in televisione, e
persino la musica che ascoltano? Se l’intera società èmusulmana,
perché Zoleykhah Kadkhoda ha intrapreso volontariamente unarelazione
sessuale per la quale è stata conficcata in una buca e destinata
amorire lapidata? Se questa è la cultura del popolo, perché i
residenti delBukan si sono ribellati alla lapidazione ed hanno
salvato la vita di questadonna? Perché ci sono migliaia di donne
picchiate per strada a causa del loroabbigliamento “improprio”,
se queste sono la loro cultura e la loro religione?E come succede,
dopo due decadi di terrore e brutalità, che le Università nonsiano
ancora islamiche (come ammettono i resoconti di regime)? Sebbene
siafalso che ogni persona in Iran abbia credo reazionari, anche se
fosse vero ciònon renderebbe le violazioni accettabili. Se tutti
credono che la propria razzasia superiore, questo convincimento
diventa “giusto”?
I relativisti
culturali dicono che dobbiamorispettare le culture e le religioni,
non importa quanto esse sianodeprecabili. Questo è assurdo, è
chiedere il rispetto della crudeltà. Ogniessere umano è degno di
rispetto, ma non tutti i convincimenti devono essererispettati. Se
una cultura permette che una donna sia mutilata e uccisa persalvare
l’ “onore” della famiglia, questo non ha scusanti. Nella
RepubblicaIslamica dell’Iran le regole religiose sono diventate
strumenti per omicidi dimassa. Se la religione dice che le donne
disobbedienti devono essere battute,che frustarle è accettabile e
che in genere le donne sono deficienti, questo vacondannato, e a
questo ci si deve opporre.
La lotta contro
governi misogini e reazionari èinseparabile dalla lotta contro i
credi reazionari e misogini. Naturalmenteciascun individuo ha il
diritto di credere ciò che vuole, per quanto offensivosia, ma chi
ama la libertà ha il dovere di testimoniare e condannare i
credoreazionari, sino a che essi spariranno dalla storia.
I relativisti
culturali si spingono sino a dire chei diritti umani universali sono
un concetto occidentale. Ma come mai quando usaun telefono o
un’automobile il mullah non dice che si tratta di robaoccidentale
incompatibile con la società islamica? Come mai quando si tratta
disfruttare i lavoratori le innovazioni tecnologiche diventano
universali? Però,se parliamo dell’universalità dei diritti umani,
ecco che diventanooccidentali. Ebbene, persino se lo fossero, è del
tutto assurdo dire che “glialtri” non ne sono degni.
Persino a sinistra
c’è qualcuno che dice checondannare le fedi reazionarie alimenta
il razzismo. Opporsi allo stupro di unabambina di 9 anni costretta a
sposarsi non serve il razzismo. Opporsi all’abusosessuale di una
bambina, sebbene il Tribunale della Repubblica Islamicadell’Iran
abbia sentenziato che il padre fu costretto ad abusare di lei,
perchéla moglie non lo soddisfaceva adeguatamente, non è servire il
razzismo. Leculture non sono sacre.
Il razzismo ed il
fascismo hanno le loro proprie culture. Lottare per i diritti umani
significa condannare i credo reazionari, non osservarli. La sconfitta
del nazismo e delle sue teorie biologiche ha contribuito al
discredito del concetto di “superiorità razziale”, tuttavia, il
pregiudizio che ci stava dietro ha trovato forme di espressione più
accettabili per il nostro periodo storico. I relativisti culturali
difendono gli olocausti dei nostri giorni. Chiunque rispetti
l’umanità deve impegnarsi per l’abolizione di ciò che è
incompatibile con la libertà umana.
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