Iniziano
le grandi manovre per l’elezione del Presidente della Repubblica,
ed ancora una volta ci si chiede: a quando una Presidente? Non
sarebbe il momento giusto?
Una
donna capo dello Stato in questo momento non sarebbe utile per dare
un forte afflato a un Paese che deve rinascere e che lo deve fare con
uno sguardo rivolto a tutta la società civile?
Certo
le condizioni ci sono: si pensi solo che per la prima volta nella
storia della Repubblica le votazioni per l’elezione del Capo dello
Stato saranno dirette da donne.
Per
una serie di coincidenze il 29 gennaio, quando si riunirà il
Parlamento in seduta comune, a dirigere le operazioni di voto di
deputati, senatori e dei 58 rappresentanti delle Regioni, ci saranno
la Presidente supplente del Senato Valeria Fedeli,(poichè il
Presidente Pietro Grasso, nel periodo vacante, sostituisce il
Presidente della Repubblica) e la Presidente della Camera Laura
Boldrini.
Per
una bella congiunzione astrale, ma forse non solo per quella, saranno
coadiuvate da altre due donne, Elisabetta Serafin e Lucia Pagano, da
poco nominate segretarie generali rispettivamente del Senato e della
Camera.
Sino
ad oggi nessuna donna aveva ricoperto la carica di segretario
generale nè alla Camera nè al Senato e questa concomitanza forse,
non è solo frutto del caso, ma di quanta strada è stata fatta
nell’ambito delle pari opportunità nell’accesso a ruoli apicali
in tanti settori, compreso quello della pubblica amministrazione.
Sembrerebbe
quindi che i tempi siano maturi per l’elezione di una donna alla
più alta carica dello Stato, ma purtroppo temo che anche questa
volta resteremo deluse e che prevarranno le resistenze che la
politica ancora oppone alla piena democrazia paritaria e ad una
normale alternanza di uomini e donne ai vertici delle istituzioni.
In
Italia non mancano donne autorevoli, di spessore e di grande
competenza.
Il
nostro Paese deve dimostrare il reale cambiamento: la democrazia
paritaria è la leva per cambiare la politica e i modelli sono
importanti per affermare che i luoghi istituzionali non sono
appannaggio solo maschile.
Una
donna Presidente della Repubblica avrebbe un valore eccezionale,
specialmente ora, e rompere questo tabù farebbe da traino a tanti
altri settori della società aiutando sicuramente il nostro Paese a
riemergere: il fallimento della politica indica il fallimento di una
classe dirigente formata da uomini.
È arrivato il nostro momento, è
arrivato il momento di una Presidente!
Se
non ora quando?
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