Il
25 novembre, in occasione della Giornata Internazionale per
l’eliminazione della violenza contro le donne, lanciavamo la nostra
campagna #giornalismodifferente. Come più volte abbiamo sostenuto,
il giornalismo non si limita a informare ma anche a formare opinioni
e, troppo spesso, a indottrinare retaggi razzisti, omofobi o
sessisti.
Tra
le altre cose, come si può ben constatare, il giornalismo tende a
narrare unicamente storie di donne perfettamente incasellate nei
ruoli tradizionali affibbiati, da sempre, alle donne: soubrette,
mogli, madri, badanti.
Quando
non si parla di mamme e mogli perfette o delle chiappe di tale
attrice o soubrette si parla (male) delle donne vittime di violenza,
sempre rappresentate come bisognose e alla ricerca della protezione o
della compassione di qualcuno.
Per
questo motivo abbiamo sentito la forte necessità di aggiungere, ai
vari punti della campagna, “Fuori dai ghetti rosa”, perché è
ora che vengano raccontate anche altre storie di donne.
Ci
sono tante donne fuori dai ghetti rosa: scienziate, artiste,
attiviste, sportive e tante altre. Donne che vincono premi, donne che
fanno scoperte importantissime per l’umanità, che vanno nello
spazio o che ricoprono ruoli di grande prestigio.
Ma
ci sono anche le operaie, le precarie, le disoccupate e le donne che,
ogni giorno, lottano per i diritti più essenziali. Dove sono tutte
queste donne sui media mainstream?
Il
2014 è stato un anno davvero importante per le donne: dal Premio
Nobel per la pace a Malala, a Samantha Cristoforetti, prima donna
italiana ad andare nello spazio, fino alle guerrigliere curde, al
coming out di Ellen Page e tutte le donne che hanno sfidato le dure
leggi del proprio Paese per rivendicare diritti fondamentali –tra
i quali votare o guidare, ad esempio– o semplicemente protestando
coraggiosamente contro la cultura che colpevolizza le vittime di
stupro.
I
giornali preferiscono parlare di donne solo se rientrano nei ruoli
femminili tradizionali. Troppo spesso, quando ci si occupa di donne
che ricoprono un ruolo importante nella società –o che hanno fatto
qualcosa di rilevante per la collettività– essi ne tralasciano
totalmente l’aspetto professionale per parlare del loro aspetto
fisico, minimizzando il resto. Per questo motivo ho deciso di
riportare, di seguito, una gallery con varie storie di donne,
biologiche e non, che hanno reso quest’anno –e non solo questo–
decisamente migliore.
Storie
di donne forti, attiviste, professioniste, appassionate e purtroppo
anche storie tragiche: donne che hanno subito violenza o sono morte
di violenza, ma che hanno combattuto o comabattono coraggiosamente
affinché tutto ciò che hanno subito non accada ad altre donne.
Emma
Sulkowicz: studentessa della Columbia University è stata stuprata,
nel suo dormitorio, da un compagno di studi. Da quel momento, gran
parte del tempo trascorso all’università, Emma l’ha speso
cercando di convincere docenti, polizia ed amici di essere stata
stuprata, che quello che è successo è ufficialmente uno stupro, che
non si è inventata tutto, che non se l’è cercata.
Emma
è una delle 23 studentesse che ha sporto denuncia per aggressione
sessuale alla Columbia, altre due di queste hanno accusato lo stesso
studente colpevole della violenza su di lei, ma il ragazzo non è mai
stato espulso e le denunce sembrano cadere nel vuoto.
Samantha
Cristoforetti: ingegnera, astronauta, aviatrice, prima donna negli
equipaggi dell'Agenzia Spaziale Europea e prima donna italiana nello
spazio.
A
maggio 2009 è selezionata come astronauta dall'Agenzia Spaziale
Europea (ESA) come prima donna italiana e terza europea in assoluto,
dopo la britannica Helen Sharman (1991) e la francese Claudie
Haigneré (2001), risultando tra le sei migliori di una selezione
alla quale avevano preso parte 8 500 candidati. La prima missione cui
Samantha Cristoforetti prende parte, della durata di circa 6-7 mesi,
è denominata ISS Expedition 42/43 Futura e prevede il raggiungimento
della Stazione Spaziale Internazionale a bordo di un veicolo Sojuz.
migliori di una selezione alla quale avevano preso parte 8 500
candidati. La prima missione cui Samantha Cristoforetti prende parte,
della durata di circa 6-7 mesi, è denominata ISS Expedition 42/43
Futura e prevede il raggiungimento della Stazione Spaziale
Internazionale a bordo di un veicolo Sojuz.
Fabiola
Gianotti: fisica italiana, è stata nominata direttrice generale del
Cern di Ginevra, il più importante centro di fisica delle particelle
del mondo.
Maryam
Mirzakhani: matematica, professoressa a Stanford, ha dato importanti
contributi in geometria iperbolica, teoria ergodica e geometria
simplettica. E' stata la prima donna a vincere la medaglia Fiedels
--oltre che la prima persona di cittadinanza iraniana a ricevere il
riconoscimento--, il riconoscimento più importante nel campo della
matematica.
Guerrigliere
curde in prima fila contro i militanti dell'Is. Coraggiose, armate,
combattono e difendono la città. Hanno età diverse e sono pronte a
tutto, anche a morire, piuttosto che cadere nelle mani dei jihadisti
dell'Is. La percentuale delle donne che combatte nelle file
dell’YPG/YPJ (Unità di Protezione Popolare) è molto alta. Jacques
Berès, co-fondatore di "Médécins Sans Frontières et Médécins
du Monde" racconta che almeno il 40% dei guerriglieri che ha
operato, in seguito a gravi ferite provocate da esplosioni, missili e
bombe sono donne. "Ho visto molte donne guerrigliere i
respingere gli assalti dei jihadisti con armi modeste".
Mo’ne
Davis: campionessa di baseball. A tredici anni è già una clamorosa
protagonista delle Little League World Series di baseball, le finali
del campionato giovanile del Paese.
E'
la diciottesima ragazza a giocare nel torneo più importante al mondo
è già nella storia: è stata la prima a lanciare superando le 70
miglia .
Laverne
Cox: attrice e produttrice, nota per aver interpretato Sophia Burset
in "Orange Is the New Black". Ha portato le sofferenze e le
discriminazioni delle trans sul piccolo schermo è, infatti, da
diversi anni in prima linea per i diritti delle comunità lgbt.
Laverne è stata la prima trans ad essere stata nominata agli Emmy
Awards e ad apparire sulla copertina del Time Magazine
Malavath
Poorn ha soli 13 anni e vanta già un primato: è la più giovane ad
aver scalato l'Everest, la vetta più alta del mondo. Malavath è
indiana, figlia di una famiglia povera, e non aveva mai scalato prima
una montagna. Ha raggiunto il punto più alto della vetta, a 8.848
metri, dopo non poche difficoltà e pericoli, partendo dal lato
tibetano della montagna. "L'alpinismo mi attirava e ho voluto
dimostrare che anche una ragazza proveniente da un tribù povera
poteva farcela. Volevo che la mia famiglia fosse fiera di me".
Le
donne saudite che hanno dato vita alla campagna ‘women2drive’.
Dopo aver visto il video di Manal che, insieme all’attivista
saudita Wajeha al-Huwaider, girarono un video che ritraeva Manal
mentre guidava, sfidando il divieto per la quale alle donne era
vietata la guida. In quel video Manal invitava alle altre donne di
fare lo stesso. Da allora periodicamente ‘women2drive’ organizza
delle proteste simboliche, chiedendo alle donne saudite munite di
patente internazionale di fare come Manal.
Le
tante donne che in Kenya hanno protesto per le strade di Nairobi dopo
che una ragazza era stata aggredita e spogliata da un gruppo di
uomini per strada, perché vestita in maniera "indecente".
Da quel momento altre donne hanno trovato la forza di dare vita ad
una marcia in minigonna per le strade di Nairobi rivendicando il
diritto di indossare qualsiasi abito al grido: "My dress my
choice".
Le
operaie dell'Igea, in Sardegna, che hanno occupato la miniera per
denunciare il mancato rispetto degli accordi raggiunti per il
pagamento degli stipendi arretrati e l’avvio dei progetti di
bonifica che dovrebbero rilanciare l’attività della società.
Le
tantissime donne in Afghanistan, che lo scorso aprile, hanno sfidato
le minacce di morte da parte dei talebani partecipando alle elezioni.
Lucia
Annibali: sfigurata dall'acido, da due uomini assoldati dal suo ex
fidanzato, mentre rientrava a casa. Non ha avuto il tempo di aprire
la porta che quel liquido è finito sulla fronte, sugli occhi, sulle
guance, ha fatto il suo lavoro, ha corroso la pelle in un momento. È
colato giù, verso il mento mentre Lucia sentiva la sua pelle
corrodersi. Lucia Annibali da quel momento combatte con tutte le sue
forze e ha subito fino ad ora, sette interventi chirurigici al volto.
Ha denunciato il suo ex e da allora si batte per promuovere la lotta
contro il femminicidio e la violenza sulle donne. L'8 marzo scorso il
Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, l'ha nominata
Cavaliere al merito della Repubblica.
Becky
Hammon: questo 2014, per la prima volta nella storia, ha visto sedere
una donna sulla panchina dell'Nba. Becky Hammon è stata assunta come
vice coach dai San Antonio Spurs, dichiarando: "Non voglio
essere assunta in quanto donna, ma per le mie capacità". E' la
prima donna a ricoprire un incarico ufficiale nel mondo del basket
NBA.
Le
donne brasiliane si sono unite nel protestare attraverso i social
network contro la cultura machista del proprio paese. Da un
sondaggio è venuto fuori che il 65% delle persone intervistate
accettino l’idea che una donna vestita con abiti corti meriti di
essere stuprata, dichiarando inoltre: «se le donne sapessero come
comportarsi, ci sarebbero meno stupri». Tantissime donne, e non
solo, hanno pubblicato dei selfies in cui esprimono la loro rabbia
con l'hashtag #EuNãoMereçoSerEstuprada «non merito di essere
stuprata».
Sotto
l'idea di Bayan Alzahran --prima donna ad aver ottenuto la qualifica
di avvocata nel paese arabo-- che insieme a tre compagne ha aperto il
primo studio legale femminile. Un passo storico per l'emancipazione
femminile.
Stephanie
Roche: per la prima volta nella storia una donna, Stephanie Roche,
25enne dublinese, nella selezione dei gol più belli dell'anno, una
donna contenderà a due uomini il premio Puskas. Stephanie ha
dichiarato circa i risultati ottenuti: “Oltre alla soddisfazione
personale, l’aspetto più bello è che il mio gol è servito a dare
un po’ di visibilità a uno sport considerato ancora prerogativa
maschile”
Tugce
Albayrak: la ragazza di 23 anni, che il 15 novembre scorso, a
Offenbach, vicino Francoforte, per difendere due ragazze molestate da
un gruppo di bulli, fuori da un fast food, viene picchiata e colpita
con un pugno alla testa da uno di loro.
Il
colpo le provoca un'emorragia cerebrale mandandola in coma.
Il
28 novembre, giorno del suo 23esimo compleanno, dopo che i medici
hanno dichiarato la morte cerebrale della ragazza, i genitori hanno
dato il loro consenso a spegnere le macchine che la tenevano in vita.
Per
giorni centinaia di persone si sono riunite davanti all’ospedale in
cui Albayrak era ricoverata. In migliaia hanno già firmato una
petizione con la richiesta che ad Albayrak venga consegnato un
riconoscimento postumo per il valore dimostrato in questa storia.
Jazz
Jennings, quattordicenne transgender divenuta nota grazie a "I
Am Jazz", libro semi autobiografico per bambini e bambine.
Strumento per genitori e insegnanti di condivisione di valori di
parità con figli e alunni, trans o meno.
Jazz
è stata riconosciuta come un maschio alla nascita, ma ha iniziato a
vivere come una femmina già a 5 anni. All’età di sei anni la sua
famiglia ha iniziato a fare dei brevi video su come crescere una
figlia transgender, condividendo in rete le scoperte fatte insieme.
Da questi video nasce anche un documentario "I Am Jazz: A Family
in Transition", che riunisce le esperienze fondamentali della
famiglia Jennings.
“Ho
scritto questo libro per aiutare a educare altri giovani transgender
e le loro famiglie al fatto che essere “differenti” sia OK. [...]
Mi auguro che possa avere un grande impatto nel lasciare che ognuno
sappia che deve accettare gli altri perché siamo parte tutti della
stessa società”
Lydia
Ko, 17 enne neozelandese, giocatrice di golf professionista, è la
ragazza più giovane ad aver vinto un Lpga Tour ed è già stata
nominata dal Time una delle 100 persone più influenti al mondo.
Ellen
Page: attrice, notissima dopo aver interpretato "Juno"
(ruolo che le è valso la candidatura all'Oscar come miglior attrice
protagonista) e "Inception", il 14 febbraio scorso, dal
palco del Bally's Hotel di Las Vegas, durante la conferenza "Time
to THRIVE", che sostiene i diritti LGBT ha dichiarato: "Sono
qui oggi perché sono gay e perché forse posso fare la differenza.
Sono qui per aiutare gli altri ad avere una vita più semplice e più
serena... Sono stanca di nascondermi e mentire attraverso
l'omissione. Io sono qui, un'attrice, in rappresentanza di
un'industria che impone degli standard oppressivi su tutti noi....
Standard di bellezza, di benessere, di successo. Standard che, mi
duole ammetterlo, mi hanno ferito... ti dicono come devi comportarti,
come devi vestirti, chi devi essere. Ho cercato di resistere, di
mantenermi autentica, di seguire il mio cuore; ma può essere davvero
dura"
Céline
Sciamma, giovane regista e sceneggiatrice francese già nota per il
film "Tomboy", la storia di una bambina che si finge
maschio, film sull'identità di genere adottato dalla comunità LGBT,
vince premi “di categoria” da Berlino a San Francisco passando
per Torino. Nel 2014 Céline produce "Bande de filles",
dove racconta la storia di Marieme, un'adolescente che vede nella sua
vita e nei suoi sedici anni solo una serie di divieti imposti dalla
società. Oppressa dall'ambiente familiare, senza più prospettive
nella scuola, soggetta alla legge dei ragazzi del vicinato, del
quartiere, Marieme inizia una nuova vita dopo aver incontrato un
gruppo di tre ragazze dallo spirito libero. Cambia il nome e il modo
di vestire, e lascia la scuola per essere accettata dalla gang,
sperando così di trovare la propria strada verso la libertà.
Lena
Dunham, ideatrice, autrice, regista, produttrice e interprete di
"GIRLS" la serie rivelazione che racconta la vita di
quattro giovani donne che vivono a New York. Donne molto diverse da
quelle di "Sex and the city", ragazze comuni, afflitte da
problemi normali, quali la ricerca di un'indipendenza, di un lavoro
stabile, l'affitto da pagare, relazioni complicate. Storie di
un’adolescenza prolungata e vissuta precariamente, tra le quali
emergono anche i problemi psicologici che affliggono la protagonista
e la stessa intrprete. Qualche mese fa, Lena, ha pubblicato il suo
primo libro "Not that kind of girl". Confessioni di una
giovane donna, un diario di vita, di esperienze, di uomini, donne,
sesso, droghe, alcol, famiglie. Un libro che trae ispirazione dalla
sua vita, non tralasciando confidenze anche molto intime e dolorose,
come lo stupro che ha subito, circa dieci anni fa.
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