Mutilazione genitale
femminile, oggi è la Giornata Mondiale di sensibilizzazione – Il 6
febbraio è la Giornata Mondiale contro la mutilazione genitale
femminile, istituita dall’Onu nel 2003 al fine di sensibilizzare il
mondo verso una realtà tristemente diffusa che deve essere fermata.
In particolare, in Italia, si cerca di persuadere gli immigrati nel
capire quale pratica inumana essa sia e convincer loro a non
costringere le proprie figlie a sottoporsi ad essa. La mutilazione
genitale femminile consiste nell’asportare, in parte o totalmente,
gli organi genitali esterni, il più delle volte senza alcuna
anestesia e in condizioni igieniche pessime che inevitabilmente
aumentano il rischio di infezione, oltre quello di emorragia
conseguente all’intervento, e di morte. Le donne sottoposte a
questa pratica considerata tradizione appartengono a diverse fasce
d’età, la maggior parte di esse però sono bambine tra i 4 e 12
anni in quanto per loro è visto come un necessario rito di passaggio
all’essere donna.
Le stime nei Paesi –
La mutilazione genitale femminile è una pratica condannata dall’Onu
in quanto “violazione dei diritti umani e abuso irreversibile
dell’integrità fisica di donne e bambine” ed è anche una
lacerazione psicologica che reca un trauma perenne a chi la subisce.
Questa pratica è diffusa soprattutto nei Paesi dell’Africa dove,
nonostante sia illegale in più zone, viene ugualmente attuata in
maniera clandestina. Potrebbero suscitare pietà e rifiuto della
tradizione le lacrime e le ferite delle donne mutilate ma ci sono
ancora tante realtà non progredite che non hanno superato i dettami
inumani della consuetudine tramandata. Per questo l’Onu istituisce
la Giornata Mondiale contro la mutilazione genitale femminile, e ogni
anno riporta numeri sempre più raccapriccianti: oltre 120 milioni le
bambine violate per mano dell’uomo e di una cultura perversa, ma
non è tutto. Non è solo l’Africa ad esserne interessata. Nuove
stime hanno portato alla luce la presenza delle mutilazioni anche in
Canada, negli Stati Uniti, in Australia e in particolare in Europa,
dove sarebbero 500mila le donne sottoposte a questo abuso.
Infibulazione:
purezza della donna – L’infibulazione è l’asportazione totale
degli organi genitali femminili e ha il significato della purezza
della donna. Questa concezione è del tutto improponibile, perché si
parla di violenza contro la donna e mancanza di rispetto verso i suoi
diritti di essere umano. La donna infibulata subisce defibulazione
nel momento in cui il marito deve usarla per l’atto sessuale, come
fosse un oggetto incapace di provare emozioni o dolore. La Giornata
Mondiale contro la mutilazione genitale femminile ha l’obiettivo di
porre fine a queste pratiche, inumane e inconcepibili.
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