Questo non è un articolo. Non c’è contesto, spiegazione, nulla. Solo uno slideshow. E quindi? Cosa ci vuole dire la o il giornalista che ha pensato che il giornale sarebbe stato arricchito da tale contenuto? Che supporto conoscitivo dà ai lettori?
Ipotizzo che queste foto siano in riposta all’iniziativa americana Who Needs Feminism?, lanciata qualche anno fa da un gruppo di donne della Duke University. Il progetto consiste in una campagna di comunicazione che mostra fotografie di persone che affermano perché loro hanno bisogno del femminismo. L’idea, semplice e replicabile, si è espansa, per esempio in altri blog o in altre università, come Cambridge o Oxford.
Finita la premessa.
Leggendo le frasi delle donne di I don’t need feminism la prima cosa che ho provato è stata dispiacere e disagio. Che peccato che delle donne dicano che non hanno bisogno del femminismo- non sanno cosa si perdono- ho pensato.
Poi, con calma, ho riletto. Ecco alcune delle argomentazioni:
Non ho bisogno del femminismo perché:
… sono una casalinga e non voglio essere discriminata per questo
… non odio gli uomini
… non ho bisogno di protezione / non sono una vittima
… non mi interessano
i diritti di una categoria come le donne ma di tutti gli essere umani
… e poi uno che mi ha
particolarmente colpita: I don’t want to be enslaved to a company,
cioè non voglio essere schiava / schiavizzata da una azienda.
Cavolo mi sono detta,
io non odio gli uomini, sono certamente un’umanista, non mi sento
una vittima, e soprattutto non voglio essere schiavizzata da
un’azienda!
Voglio essere libera,
pensante e felice.
Allora, accidenti,
forse anch’io odio il femminismo?
No, affatto. Il
disprezzo che questi messaggi portano con sé è, infatti,
indirizzato a un femminismo come arriva a molti, presente per esempio
anche nei mass media attraverso luoghi comuni pericolosi perché
lontani dalla voce viva e vera del femminismo e pericolosi perché,
come visto, possono causare un allontanamento delle donne stesse dal
mondo che questa parola porta con sé.
Ma di ben altro si
tratta a mio avviso quando diciamo “femminismo”. Di qualcosa
scoperto e praticato da donne negli anni ’60 alle quali sono
profondamente grata.
Io questa parola la
nomino come se fosse una formula magica, che ha elementi storici
spiegabili, pensieri e pratiche vivi e visibili, e poi un angolino di
mistero e gioia che non so spiegare, ma che esiste.
Ed ecco a cosa mi
riferisco:
http://libreriadelledonnedimilano.tumblr.com/
Nessun commento:
Posta un commento