Nera, lesbica e
femminista, Audre Lorde è stata per anni, specie in Italia, un mito
sotterraneo. Che adesso si può riscoprire grazie a una nuova
raccolta di suoi scritti, da cui vi proponiamo questo estratto
Ci sono molti tipi di
potere, usati o non usati, riconosciuti o no. L’erotico è una
risorsa che si trova dentro di noi, su un piano profondamente
femminile e spirituale, fermamente radicata nel potere dei nostri
sentimenti inespressi o non riconosciuti. Allo scopo di perpetuarsi,
ogni oppressione deve corrompere o distorcere le varie fonti di
potere che, all’interno della cultura degli oppressi, possono
fornire loro l’energia per il cambiamento. Per le donne, ciò ha
significato la soppressione dell’erotico come fonte consapevole di
potere e di informazione all’interno delle nostre vite. [...]
L’erotico è stato
spesso definito in modo erroneo dagli uomini, che lo hanno usato
contro le donne. E’ stato ridotto a un insieme di sensazioni
confuse, triviali, psicotiche e plastificate. Per questo motivo noi
abbiamo spesso rinunciato a esplorare e prendere in considerazione
l’erotico come fonte di potere e di informazione, perché l’abbiamo
confuso con il suo opposto, il pornografico. Ma la pornografia è la
negazione diretta del potere dell’erotico, perché rappresenta la
soppressione del sentire autentico. La pornografia enfatizza la
sensazione senza il sentire.
L’erotico si colloca
tra l’inizio del nostro senso di sé e il caos del nostro sentire
più profondo. È un senso di soddisfazione interiore al quale, una
volta sperimentato, sappiamo di poter aspirare. Perché dopo aver
sperimentato la pienezza di questo sentire profondo e averne
riconosciuto il potere, noi non possiamo, in onore e rispetto di noi,
pretendere di meno da noi stesse. Non è mai facile chiedere il
massimo a noi stesse, alle nostre vite, al nostro lavoro.
Incoraggiare l’eccellenza significa andare oltre la mediocrità
incoraggiata dalla nostra società. Ma cedere alla paura di sentire e
di lavorare al massimo della nostra capacità è un lusso che solo
chi vive involontariamente può affrontare, e chi vive
involontariamente è chi non desidera prendere in mano il proprio
destino. La tensione interna verso l’eccellenza che l’erotico ci
insegna non deve essere scambiata con il chiedere l’impossibile a
noi stesse e alle altre. Questa è una richiesta che finisce con il
bloccare chiunque. Perché l’erotico non è solo questione di
cosafacciamo, ma anche quanto intensamente e pienamente sentiamo nel
farlo. Una volta che sappiamo fino a che punto siamo in grado di
provare quel senso di soddisfazione e di completezza, allora siamo in
grado di osservare quale, tra le varie attività in cui ci impegniamo
nella vita, ci permette di avvicinarci maggiormente a quella
pienezza. Lo scopo di ogni cosa che facciamo è rendere le nostre
vite e le vite dei nostri figli più ricche e più possibili. Con la
celebrazione dell’erotico in ogni cosa che intraprendo, il mio
lavoro diventa una decisione consapevole – un letto
fortementedesiderato nel quale entro con gratitudine e da cui mi alzo
più potente.
Naturalmente, le donne
che si sono guadagnate questo potere sono pericolose. Ecco perché ci
insegnano a separare la richiesta erotica dalle aree più vitali
della nostra esistenza, a parte il sesso. Noi non ci prendiamo cura
della radice erotica del nostro lavoro, la radice della
soddisfazione, e la conseguenza è la disaffezione per molte delle
cose che facciamo. Per esempio, quanto spesso amiamo veramente il
nostro lavoro, anche nei suoi momenti più difficili? L’orrore
principale di ogni sistema che definisce il bene in termini di
profitto invece che in termini di bisogno umano, o che definisce il
bisogno umano escludendone le componenti psichiche ed emotive –
l’orrore principale di un tale sistema è che spoglia il nostro
lavoro della sua valenza erotica, del suo potere erotico, della sua
desiderabilità e pienezza esistenziale. Un tale sistema riduce il
lavoro a una caricatura di necessità, a un dovere con cui
guadagniamo il pane per noi stessi o per i nostri cari, o con cui ci
ottundiamo. Il che è un po’ come accecare una pittrice e poi dirle
di migliorare il suo lavoro, e di provare gioia nell’atto del
dipingere. Non è solo praticamente impossibile, è anche
profondamente crudele.
Noi donne abbiamo
bisogno di prendere in esame le maniere in cui il nostro mondo può
essere realmente diverso. Sto parlando della necessità di rivalutare
la qualità di tutti gli aspetti della nostra vita e del nostro
lavoro, e di come noi ci muoviamo verso e all’interno di essi. La
parola stessa erotico viene dal greco eros, la personificazione
dell’amore in tutti i suoi aspetti: nato dal Caos, impersona il
potere creativo e l’armonia. Dunque quando parlo dell’erotico
parlo dell’affermazione della forza vitale delle donne; di
quell’energia creativa ricca di potere, di cui noi oggi
rivendichiamo la conoscenza e l’uso nel nostro linguaggio, nella
nostra storia, nel nostro danzare, nel nostro amarci, nel nostro
lavoro e nelle nostre vite.
Si cerca spesso di
ridurre a una sola cosa pornografia ed erotismo, due usi del sessuale
diametralmente opposti. A causa di questi tentativi, è diventato di
moda separare lo spirituale (psichico ed emotivo) dal politico,
vederli come contraddittori o antitetici. ‘Cosa intendi per poeta
rivoluzionario? Un guerrigliero che fa meditazione?’ Allo stesso
modo, abbiamo tentato di separare lo spirituale e l’erotico,
riducendo così lo spirituale a un mondo di affetti appiattiti, il
mondo di un asceta che aspira a non sentire nulla. Niente di più
lontano dalla verità. Perché la posizione dell’asceta è quella
della massima paura, della più totale immobilità. La severa
astinenza dell’asceta diventa la sua ossessione dominante. E non è
autodisciplina, ma negazione di sé.
Anche la dicotomia tra
spirituale e politico è falsa e deriva da un’insufficiente
attenzione alla nostra conoscenza erotica. Perché le due cose sono
invece unite proprio dall’erotico, dal sensuale: da quelle
espressioni fisiche, emotive e psichiche di ciò che esiste di più
profondo e più forte in ognuno di noi, quando lo condividiamo con
gli altri: le passioni dell’amore, nei suoi significati più
profondi.
Al di là dell’uso
più superficiale, l’espressione ‘sento che è la cosa giusta’
riconosce alla forza dell’erotico il suo carattere di autentica
conoscenza, perché indica la prima e più potente luce che ci guida
verso ogni comprensione. E la comprensione è un’ancella che può
soltanto servire, o chiarire, quella conoscenza nata nel profondo.
L’erotico è la nutrice, la balia di tutta la nostra conoscenza più
profonda.
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