L’Italia resta ancorata agli indici più bassi per quanto riguarda
il riempimento del gap di genere. E’ tutto parte di una cultura
tutta italiana dove le questioni di genere non vengono affrontate
poiché percepite “di poco conto”. Perché pensare al fatto che
esistano cose piu importanti soprattutto se si tratta di cose di
genere, come la recente bocciatura della legge che “depenalizza”
l’obbligo del cognome paterno è tutta una storia italiana.
Pare che nemmeno le questioni che riguardano la rappresentazione
delle donne nei media interessino molto il Governo. Non sono infatti
previsti in alcuna agenda né una legge per vietare il sessismo nei
mezzi di comunicazione né uno strumento di protezione dai messaggi
sessisti che senza la sua istituzione è difficile che vengano
contrastati.
C’è da chiedersi come si potrebbero affrontare situazioni come la
decisione di Italian Style un negozio online, scoperto da alcune
utenti navigando su facebook, che ha messo in vendita questo articolo
per bambini molto piccoli presente in pagina da molti mesi,
accompagnata sempre da commenti positivi e numerosi like.
Vuole essere divertente? Ironica? Simpatica?
Cosa vuole rappresentare questa sorta di “battuta” simile messa
sulla T-shirt di un neonato che a causa della sua età non è nemmeno
a conoscenza del suo futuro orientamento sessuale?
Eh già perché l’eterosessualità “forzata” è un indicatore
della mascolinità stereotipata, alpha. Ascrivere già un
orientamento sessuale al proprio piccolo non è un segno di
sessualizzazione precoce? Quante volte abbiamo parlato di questo
problema recente che si annida nei prodotti per l’infanzia?
A rafforzare il messaggio sessista è la contrapposizione sessualità
etero maschile/sessualità etero femminile. Le femminucce devono
essere tenute sotto chiave in quanto la propria attività sessuale
rappresenta una minaccia per la comunità, una sorta di violazione
dell’onore familiare tutto vissuto in chiave moderna dai toni
burleschi.
Il messaggio non ha nulla di ironico vista la recente abrogazione
della legge che prevedeva il delitto d’onore e il matrimonio
riparatore in italia e visti gli stereotipi ancora attuali circa la
sessualità femminile pensata sempre come passiva e rappresentata in
modo negativo perciò se una ragazza ha avuto molti partner è una
puttana, mentre un ragazzo con lo stesso comportamento viene sempre
etichettato positivamente: latin lover, sciupafemmine, playboy,
macho, ruba cuori ecc….
Tutto ciò a causa di una mentalità maschilista che vede le femmine
come degli esseri inferiori da legare ad un solo uomo che le
controlli, le possieda e che le renda madri e mogli sottomesse. La
concezione del corpo femminile come territorio da marcare, comea mera
proprietà maschile. La paura che le figlie incorrano in una
gravidanza indesiderata deresponsabilizzando l’uomo e ignorando
l’esistenza dei contraccettivi e dell’uso attivo che possa farne
la donna.
Credo che la maglietta si rimandi a questa cultura, se ne riappropri.
Le femmine vanno controllate, tenute sotto chiave fin quando non
verranno date come mogli. Mi viene da pensare a quei padri di oggi
che si dichiarano ancora orgogliosi di avere figlie illibate (o
presunte tali) o quei genitori che sono contenti che le loro figlie
si sono sposate a 19 anni con già due bambini dal loro attuale
marito piuttosto che aver fatto le troie in giro ed essere rimaste
incinte in discoteca da uno sconosciuto (detto da una signora che
conosco).
Come quella signora che una volta elogiava il figlio per tutte le
belle ragazze che ha avuto e poi proibiva alla figlia undicenne di
giocare con i suoi amici maschi. E’ italian style che ci vuoi fare?
E se le “figlie da tenere sotto chiave” fossero invece lesbiche a
cui non interessa di essere “rubate” dal macho di turno?
Chi ha ideato questa maglietta non si è reso conto quanto questo
messaggio possa essere pericoloso e discriminante? Ponendo le
ragazze, in quanto femmine, su un gradino in basso, da mettere sotto
chiave ossia da privare della propria libertà in quanto percepite
come passive e come deboli o ancora meglio come esseri inferiori. Un
messaggio non meno violento e discriminante di quello lanciato
recentemente dalla ditta Pakkiano dove una donna bianca si toglie il
niqab e dichiara di essere ancora vergine per sfuggire alla
lapidazione da parte di uomini vestiti in costumi arabi.
Mettere sotto chiave una ragazza cosa può significare?
Può significare molte cose tranne che cose che generano ilarità se
pensiamo che le fatiche delle nonne per eliminare l’oppressione
patriarcale in Italia non risalgono a molto tempo fa.
Non è passato molto tempo da quando alle ragazze veniva proibito di
studiare, lavorare o dovevano consultare la propria famiglia prima di
allacciare una relazione con un uomo se non finiva vittima di un
matrimonio riparatore o combinato. Da quando le donne venivano tenute
sottochiave nel vero senso della parola alle quali veniva vietato di
uscire di casa alla sera tutto in nome del controllo che la società
esercitava sui nostri corpi.
Non a caso è anche grazie all’introduzione dei contraccettivi
femminili moderni (che si affiancarono alle lotte femminili e alla
rivoluzione sessuale) se le ragazze fecero ingresso nel mercato del
lavoro, ebbero più accesso agli studi e se si attenuò la nostra
segregazione e distanza fisica con l’altro sesso.
A me fa il mal di stomaco pensare che una madre di un figlio che si
raccomanda che da grande collezioni donne come farfalle consigli alle
altre madri di tenere le figlie sotto chiave. E offensivo, retrogrado
e discriminante su questo non ci piove.
Eppure tutti i giornali ci informano ogni giorno di come è la
situazione delle donne nei paesi in cui vengono tenute sottochiave.
L’ultima è la triste storia di una bambina di 10 anni stuprata da
un mullah in moschea che rischia di essere ammazzata dai genitori per
onore.
Il fatto è accaduto in Afghanistan e la bambina ha riportato
gravissime ferite dopo lo stupro.
Per me essere tenuta sottochiave significa questo, significa privare
alle donne della libertà di scegliere. Perché donne. Limitarle
della possibilità di lavorare, studiare ecc…
Ma non allontaniamoci molto dall’Italia di oggi. Ogni due giorni
una donna viene uccisa per mano del proprio partner. I motivi sono
sempre gli stessi: lei ha deciso. Ha detto basta, si è ribellata o
ha interrotto una relazione. O si è opposta ad un rapporto sessuale
indesiderato.
In un Italia in cui resistono discriminazioni e pregiudizi di genere,
come possiamo definire ironica una maglietta simile? Soprattutto se è
indirizzata a bambini così piccoli, età in cui si cominciano a
formare pregiudizi e modi di pensare sbagliati a causa del sessismo
presente ovunque senza essere contrastato da nessuna istituzione che
invece si oppone ad introdurre programmi scolastici dedicati alla
parità di genere e all’educazione sessuale.
I bambini cominciano presto a formarsi dei pregiudizi e stereotipi.
Pensiamo al documentario realizzato da Alessandra Ghimenti “ma il
cielo è sempre più blu” in cui si mostrava appunto la tendenza
dei bambini ad avere già precocemente degli atteggiamenti e giudizi
stereotipate.
Proprio ieri in spiaggia sentivo un bimbo raccontare di un bambino di
cinque anni che alla vista di una adolescente ha chiesto al padre di
comprarla o caricarla in auto per baciarla lui e il figlio!!
Sono rimasta colpita dal fatto che un bambino di 5 anni abbia già
maturato l’idea di donna come oggetto sessuale passivo e senza
consenso apprendendo un modello così stereotipato di virilità.
Tornando all’italian style ho visitato il sito. Ovviamente non
mancano altri stereotipi: bodysuit-io-amo-il-mio-papabody-attenzione-mamma-gelosa
Le femmine appartengono al papà, i maschi alla mamma. Non manca la
serie principesse e supereroi (e ovviamente le mamme sono super mamme
non supereroi): body-personalizzabile-principessa-di-papa
bodino-il-mio-papa-e-un-super-eroe
Poi ci sono quelle tutine che “giocano” sull’incapacità degli
uomini di occuparsi dei bambini, bambini latin lover e bambine
principesse in cerca di principi azzurri: bodino-bimba-principe-azzurro un giorno incontrerò un principe, ma
il vero re è il mio papà
Ovviamente non manca l’idea della femmina sottomessa ad un padre o
marito che comanda. Perche si sa, le femmine sono come principesse
che vanno rinchiuse in alto alla torre finché non giunga un principe
azzurro a salvarle!
E non manca nemmeno lo stereotipo del padre incapace a badare i
bambini. Per nulla ironico in un paese dove pochi padri si occupano
della cura dei figli! a causa di stereotipi che relegano
quest’occupazione a “cosa da donne”.
bodi-neonato-ce-la-puoi-fare-papa
E vissero felici e contenti e ovviamente tutti etero per forza
secondo l’italian style.
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