All'inizio dell'anno
Charlotte era entrata in un negozio, cercando una confezione di quei
"Lego friends" che sono diventati il prodotto di punta
dell'azienda danese visto che i mattoncini classici ormai sono in
crisi da anni. Charlotte torna a casa e aiutata dal padre scrive alla
Lego in Danimarca: "Amo i vostri giochi, ma non mi piace che ci
siano più Lego maschili e quasi nessuno femminile. Oggi sono andata
in un negozio e ho visto i Lego divisi in due sezioni: rosa per le
ragazze e blu per i ragazzi. Tutte le ragazze sono sedute a casa,
vanno in spiaggia, fanno shopping e non fanno nessun lavoro.
Mentre i ragazzi vanno
all'avventura, lavorano, salvano persone, hanno lavori e nuotano
persino con gli squali!". La letterina è del 25 gennaio e si
chiude con una richiesta chiara e semplice: "Fate più Lego
ragazze e lasciatele andare all'avventura e divertirsi, Ok?! Grazie,
Charlotte". Il padre della piccola manda la lettera alla Lego,
ma poi la gira a un sito, The Society Pages , da dove diventa virale
in pochi giorni.
Potremmo perciò
concludere che è, grazie a questa letterina, che da questa settimana
la Lego ha messo in vendita una scatola con tre scienziate donna. Si
chiama Research Institute, Istituto di Ricerca, e dentro ci sono una
paleontologa, un'astrofisica e una chimica, con tanto di scheletro di
dinosauro, telescopio e provette. Come dire che una bimba di sette
anni ha fatto capire alla Lego che deve cambiare prodotti, perché la
cultura del mondo, e anche quella dei bimbi di sette anni, sta
cambiando.
Ma la verità è che la
letterina di Charlotte ha accelerato un percorso che la Lego aveva
già intrapreso e verso il quale spingevano anche scienziate in carne
ed ossa. Research Institute infatti è stato ideato dalla geofisica
Ellen Kooijman che tempo fa si era connessa a "Lego Ideas"
e aveva fatto quello che il sito chiede: condividere idee e progetti
con la società di giocattoli.
"Come scienziato
donna ho notato due cose sui giocattoli Lego: un rapporto distorto
tra le figurine maschili e femminili, tanti uomini e poche donne; e
una rappresentazione estremamente stereotipata nelle poche figure
femminili presenti". Aveva poi proposto la creazione del
laboratorio con le tre scienziate ora in vendita.
L'analisi del rapporto
uomo/donna nei giochi Lego era stata affrontata perfino da Scientific
American che aveva pubblicato uno studio semi-scientifico sui
personaggi della Lego, le percentuali fra i generi e il tipo. Solo un
dato: ci sono quattro maschi ogni donna.
Perciò già l'anno
scorso la Lego aveva prodotto il suo primo scienziato donna: la
professoressa "C. Bodin", vincitrice di un "Premio
Nobrick", esperta nel ricollegare gli arti delle figurine Lego
che hanno perso un braccio o una gamba. Ma ecco la lettera di
Charlotte dà la spinta finale: arrivano le tre scienziate.
Ma, da almeno un anno,
bambini come Charlotte hanno trovato genitori che condividevano le
loro richieste di parità. Da tempo in Gran Bretagna era partita la
campagna "Let Toys Be Toys" (lasciamo che i giocattoli
siano giocattoli) per smetterla con la divisione ossessiva che le
catene commerciali come Toy R Us e altre fanno tra i prodotti per
maschi e femmine.
Charlotte ha chiesto di
poter scegliere: voglio poter vedere donne che lavorano e nuotano con
gli squali. Lasciate che i giocattoli siano uguali, poi saremo noi
bambini a decidere come giocare.
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